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Cronaca

Covid-19, Udu: "In ginocchio anche il diritto allo studio"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

E' del 7 dicembre 2020 la notizia relativa all’uscita delle graduatorie degli assegnatari di borse di studio e i dati sono a dir poco agghiaccianti. Da anni l’Unione degli Universitari - Palermo denuncia la mancata copertura totale delle borse di studio da parte dell’Ersu Palermo e della Regione Siciliana, e se già erano allarmanti i dati relativi alle assegnazioni dell’anno accademico 2019/2020 - che vedevano su un totale di 10.500 idonei una copertura di circa il 60% con circa 6.300 assegnatari - quest’anno ci ritroviamo davanti a una situazione ancora più nefasta che è solo il risultato finale - e tutto fuorché inaspettato - di scelte discutibili ed evidentemente inefficaci delle amministrazioni locali: oggi, infatti, l'ERSU Palermo riesce a coprire solo il 41% delle borse sul totale degli idonei, 4.996 borse assegnate su 11.791 aventi diritto. Il 21 luglio 2020 usciva il Bando di concorso ERSU per l’attribuzione di borse di studio, altri contributi economici e servizi per il diritto allo studio per l’anno accademico 2020/2021 che vedeva introdotta, per gli studenti e le studentesse di Palermo, una novità: l’abbassamento della soglia ISEE per accedere al bando da 23.626,32 a 20.626,32 euro.

Seppur in prima istanza l’obiettivo dell’Ente sarebbe stato quello di riuscire a realizzare la tanto ambita copertura totale delle borse di studio, era anche prevedibile che l’obiettivo, anche stavolta, sarebbe stato difficile da raggiungere. È stato forse sottovalutato, infatti, che nel momento emergenziale che il nostro Paese sta vivendo, che ha comportato la perdita di lavoro per tantissimi cittadini e cittadine, il tasso di impoverimento della classe media sarebbe aumentato, e ad evidenziare questo dato è l’incremento del numero di studentesse e studenti richiedenti i benefici, nonostante la riduzione delle classi economiche possibilitate ad accedervi. «Questi numeri risultano ancora più gravi se teniamo in considerazione che il totale degli idonei è calcolato sulla sola base della graduatoria di linea A» afferma Matteo Norcia, coordinatore dell’UDU Palermo - Unione degli Universitari «Altra novità del bando di quest’anno infatti era la creazione di una graduatoria straordinaria creata per l’emergenza Covid-19, la graduatoria di linea B, nella quale sarebbero dovuti essere inseriti tutti quegli studenti e studentesse che non hanno raggiunto i canonici requisiti di merito ma altri più bassi, e che sarebbe stata coperta nel momento in cui sarebbe stata completata la graduatoria di linea A e che quindi, ad oggi, ancora non esiste.» Consapevole dell’attuale contesto socio-economico allora, forse sarebbe stata una scelta più adeguata e a tutela del diritto allo studio di tutte e tutti mantenere la stessa soglia massima dell’anno accademico passato e dare quantomeno la possibilità di accedere in maniera gratuita al sistema universitario a una più ampia fetta di popolazione studentesca.

«Siamo coscienti che l’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario ha margine di lavoro sulla base dei fondi che vengono stanziati» prosegue Matteo Norcia «infatti la nostra critica più ampia legata a questo dato che non abbiamo timore di definire vergognoso, va alla gestione dei fondi destinati al Diritto allo Studio da parte dell’amministrazione regionale.» Il Decreto Rilancio vedeva stanziati 290 milioni per il Diritto allo Studio che la voce del Ministro dell’Università Manfredi dichiarava finalizzati alla riduzione delle tasse universitarie e alla scomparsa definitiva della figura dell’idoneo non assegnatario in tutti gli atenei italiani. E se da un lato l’ateneo palermitano si è effettivamente impegnato in tal senso, aumentando l’area di esenzione dal pagamento delle tasse universitarie da 13.000 a 25.000 euro, la Regione Siciliana ha piuttosto preferito investire i fondi per agevolare studenti e studentesse siciliani emigrati in altre regioni. I primi 4 milioni sono stati stanziati per un contributo affitto di 800 euro e successivamente altri 4 milioni per garantire un contributo di 1200 euro a tutti quegli studenti e studentesse che nell’anno accademico 2020/2021 avrebbero scelto di trasferirsi da un’altra regione italiana o dall’estero in un ateneo dell’Isola. «Una scelta senza dubbio lodevole» afferma sempre Matteo Norcia «se non tenuto in considerazione che gli stessi fondi sarebbero potuti essere utilizzati per coprire un numero più ampio delle borse di studio e se non tenuto in considerazione che ogni studente e studentessa iscritto in un altro ateneo italiano ha un ente regionale di riferimento che dovrebbe garantire un’effettiva tutela del loro diritto allo studio.»

L’Unione degli Universitari - Palermo è chiaramente consapevole anche del fatto che i criteri di redistribuzione del Fondo integrativo statale (Fis) ci mettono da anni di fronte al grosso paradosso di favorire chi una copertura del 100% delle borse di studio la ottiene già, andando a gravare sul divario già ampiamente esistente tra atenei di “serie A” e atenei di “Serie B” - che altro non rispecchia che il divario da sempre esistente tra Settentrione e Meridione italiano - però non siamo più disposti ad aspettare. «Non siamo più disposti ad essere studentesse e studenti di serie B. non possiamo più rimanere una voce fuoricampo. Le studentesse e gli studenti hanno bisogno di essere ascoltati e diventare finalmente tema di discussione nell’agenda del nostro Paese.» conclude Matteo Norcia « Pretendiamo un’accelerazione nell’erogazione dei fondi promessi e non ancora arrivati e un impegno concreto nel superamento della figura dell’ “idoneo non beneficiario”. Il Covid ha messo in ginocchio un mondo intero e non si può non dare il peso e la dignità che meritano alle studentesse e agli studenti che sono il motore di questo Paese.»

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