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Cronaca Politeama / Piazza Castelnuovo

“Prendiamoci le scuole”, studenti in corteo: bruciati fantocci di Crocetta e Letta

Partito da piazza Politeama, presenti anche diverse bandiere "No Muos". "Questo governo di larghe intese si è dimostrato interessato solamente a difendere il posto in parlamento e a preservare lo status quo"

Partito da piazza Politeama un corteo di studenti – cinquemila secondo gli organizzatori della manifestazione – che sta bloccando le strade del centro storico. In testa al serpentone uno striscione con scritto: “Ripresa economica solo a parole: scendiamo nelle piazze prendiamoci le scuole". Presenti anche diverse bandiere "No Muos". Dopo aver attraversato le strade del centro storico il corteo intorno alle 12 è confluito davanti a Palazzo d'Orleans in piazza Indipendenza. In segno di protesta contro la casta dei politici locali e nazionali, gli studenti hanno bruciato i fantocci che rappresentavano Crocetta, Berlusconi e Letta. Successivamente si sono diretti in corteo selvaggio e non autorizzato verso Viale delle Scienze, paralizzando il traffico cittadino.

“La fase politica che stiamo attraversando – si legge in una nota degli studenti Medi - è caratterizzata da una profonda instabilità, questo governo di larghe intese si è dimostrato interessato solamente a difendere il posto in parlamento e a preservare lo status quo, cercando, con continui compromessi, di mantenere una governabilità politica che però sembra necessariamente destinata a infrangersi. Intanto, mentre nei palazzi i partiti giocano a spartirsi il potere, come sempre a pagare le spese di questo difficile momento economico sono le componenti sociali più deboli del paese, in primis, noi studenti”.

Studenti in corteo, migliaia in piazza

“L'anno scolastico è appena ricominciato – continua la nota - ma le assurde dichiarazioni dei nostri politici non si fanno attendere: la ministra dell'istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha invitato gli studenti e le studentesse di tutta Italia a ‘essere ribelli e cambiare il mondo’, lanciando contemporaneamente proprio nella data del 4 ottobre una giornata all'insegna del dialogo, della pace e della fratellanza. Di certo non esitiamo a cogliere l'invito della nostra ministra e ci prepariamo ad un autunno all'insegna della lotta, ma se pensa di calmare le acque o di intraprendere la via della mediazione si sbaglia di grosso: non siamo disposti a scendere a compressi con chi da anni si dimostra sordo alle nostre richieste e solo apparentemente si dimostra disponibile, reprimendo ogni forma di dissenso che vada al di là dei canoni di ribellismo architettati dalla ministra e dai suoi predecessori”.

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