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Cronaca Calatafimi / Corso Calatafimi

Almaviva, la settimana di sciopero inizia con un corteo non autorizzato

I lavoratori hanno invaso la strada partendo da corso Calatafimi, all'altezza di via Marcellini, fino ad arrivare in viale Regione. Tensione con la polizia, che ha provato senza successo a far desistere i manifestanti

Arriva il primo di sette giorni di sciopero dei lavoratori Almaviva. La settimana calda del popolo del call center palermitano inizia con un corteo non autorizzato partito da corso Calatafimi, all'altezza di via Marcellini (sede CosMed), e diretto in viale Regione Siciliana che ha mandato in tilt il traffico nella zona. Qualche tensione con la polizia. Il corteo infatti non era autorizzato. Così gli agenti hanno provato a far desistere i lavoratori nel continuare la manifestazione. Senza successo. E gli agenti hanno condotto il segretario della Cisalcom Salvatore Montevago e il coordinatore regionale Confintesa, Filippo Mirabile, in Questura per accertamenti. Ad annunciare lo sciopero infatti era stato proprio il sindacato Cisalcom, che in una nota si era scagliato contro l’attuale procedura di mobilità e contro qualsiasi ipotesi che possa peggiorare le attuali condizioni salariali, normative e di lavoro.

Sulla vertenza Almaviva, dal Giardino della Memoria di Ciaculli è intervenuta anche il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, oggi a Palermo per la commemorazione del sindacalista ucciso dalla mafia Salvatore Carnevale. "Tutto quello che stiamo facendo è per contrastare i licenziamenti. Il settore dei call center - spiega la Camusso - è il più sottoposto alla logica delle gare al massimo ribasso e delle esternalizzazioni fuori dal Paese determinando una concorrenza sleale”.

I lavoratori Almaviva nelle scorse settimane hanno respinto al mittente la proposta di accordo per cercare di salvare i 1.670 operatori a rischio licenziamento, ritenuta svantaggiosa oltre che una misura per prendere tempo prima del peggiore degli epiloghi. E così facendo il popolo del call center palermitano è andato al contrattacco, non accettando la revoca dei tagli con sei mesi di contratti di solidarietà che l’azienda avrebbe voluto rimodulare. "Diciamo stop alla continua ricerca del minor costo che penalizzano di fatto, le professionalità e competenze. Le soluzioni - dicono dalla Cisalcom - devono essere trovate ed è compito di questo governo di questo Stato, trovarle. Il punto caldo resta sempre quello della delocalizzazione all’estero, dove le aziende investono per via del costo inferiore del lavoro. Anche su questo tema è intervenuta Susanna Camusso, che ha ribadito di continuare a “chiedere che a partire dalle aziende pubbliche non si facciano gare al massimo ribasso e si rispettino contratti di lavoro e condizioni".

La Camusso ha parlato anche della difficile trattativa con l’azienda, che al momento si troverebbe in una fase di stallo. "Non c’è stata una rottura, ma una ipotesi del Governo che non avendo la prospettiva concreta di portare a soluzione il problema, ma rinviandolo di qualche tempo, è stata respinta dai lavoratori”.

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