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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Tangenti nella sanità, una giornalista avvertì il dirigente dell'Asp: "Domani ti arrestano"

La presunta fuga di notizie è stata approfondita nell'inchiesta "Sorella Sanità 2". Il giorno precedente al primo blitz, avvenuto il 21 maggio 2020, Fabio Damiani avrebbe avuto a disposizione anche la bozza del comunicato stampa che sarebbe stato diffuso l'indomani. Al setaccio i tabulati telefonici

Non solo sapeva già il giorno prima che sarebbe stato arrestato insieme ad altri, ma era anche riuscito ad avere una bozza del comunicato stampa col quale l'indomani - il 21 maggio del 2020 - sarebbe stata diffusa la notizia dell'operazione "Sorella Sanità" della guardia di finanza. A rivelare la fuga di notizie alla Procura è uno dei personaggi chiave dell'inchiesta, poi "pentito", Fabio Damiani, ex direttore dell'Asp di Trapani e presidente della Centrale unica di committenza. Ed è un tema sul quale - nel secondo capitolo dell'inchiesta, che venerdì ha portato a 5 arresti - gli investigatori hanno fatto degli approfondimenti, in particolare sui contatti tra l'indagato (già condannato in primo grado) ed alcuni giornalisti.

I file segreti con la contabilità: le tangenti erano "mele", "pere" e "banane"

Dagli accertamenti compiuti sui tabulati telefonici dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Giovanni Antoci e Giacomo Brandini emergerebbe che Damiani la sera prima del blitz avrebbe ricevuto una telefonata da un'addetta stampa dalla quale sarebbe stato informato degli arresti, cosa che - in linea teorica - gli avrebbe consentito anche di fuggire e di sottrarsi alla misura cautelare. Gli inquirenti hanno cercato di capire come la giornalista avrebbe a sua volta saputo dell'operazione e da dove sia potuta arrivare addirittura la bozza del comunicato stampa. E, a differenza di ciò che ci si aspetterebbe, sembrerebbe trattarsi di ambienti ben lontani dalla Procura e dai cronisti giudiziari che frequentano il palazzo di giustizia quotidianamente.

L'appalto da 17 milioni, il maresciallo del Nas e la cassata

Facendo delle verifiche sulle chiamate dell'addetta stampa a ridosso delle conversazioni con Damiani, è stato "rilevato - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare del gip Clelia Maltese - che le uniche utenze contattate sono quelle" di un altro giornalista, che non si occupa di cronaca giudiziaria. La guardia di finanza ipotizza che "è quindi probabile che sia stato" proprio quest'ultimo "a comunicare l'informazione" alla collega.

Da lì si registrerebbero contatti anche con il direttore amministrativo dell'Asp di Trapani, Sergio Consagra. Quest'ultimo avrebbe poi chiamato a stretto giro un altro indagato - finito venerdì agli arresti domiciliari - Loreto Li Pomi, il maresciallo del Nas dei carabinieri che, secondo l'accusa, avrebbe fatto pressioni per favorire l'azienda di Massimiliano D'Aleo (sottoposto all'obbligo di dimora), la Generay.

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