Il giro di mazzette per gli appalti nella sanità, no del giudice alla liberazione di due indagati
Dopo gli interrogatori, il gip ha confermato il carcere per il consulente della Centrale unica di committenza, Giovanni Luca Vancheri, e gli arresti domiciliari per il maresciallo del Nas, Loreto Li Pomi. Entrambi si erano difesi respingendo le accuse
Il gip Clelia Maltese ha respinto le istanze di scarcerazione di due degli indagati nell'ambito del secondo filone dell'inchiesta "Sorella Sanità" su un presunto di giro di mazzette per aggiudicarsi appalti milioniari proprio nella sanità, avanzate dal maresciallo del Nas, Loreto Li Pomi, e dal consulente della Centrale unica di committenza, Giovanni Luca Vancheri. Il primo resta dunque agli arresti domiciliari e l'altro in carcere.
La gara da 17 milioni, il maresciallo del Nas e la cassata
Entrambi durante gli interrogatori avevano fornito una loro versione dei fatti, respingendo le contestazioni del procuratore aggiunto Sergio Demontis e dei sostituti Giacomo Brandini ed Andrea Zoppi, che coordinano l'indagine. Spiegazioni che, evidentemente, non hanno convinto il giudice che ha deciso di confermare le misure cautelari.
Sulla scorta delle rivelazioni di Fabio Damiani, già direttore dell'Asp di Trapani e presidente della Cuc, e del suo fedele faccendiere, Salvatore Manganaro, e di numerose intercettazioni, i pm hanno ricostruito una serie di episodi corruttivi legati a diverse gare d'appalto, che sarebbero state aggiudicate in maniera irregolare e favorendo proprio chi avrebbe pagato le tangenti.