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Cronaca Partinico

Mazzette, abusi e favori al commissariato di Partinico: 5 poliziotti rischiano il processo

Fissata per fine novembre l'udienza preliminare anche per altre persone che avrebbero pagato per ottenere porto d'armi ed altri documenti. Secondo la Procura sarebbero state anche insabbiate due denunce e rubata merce sequestrata. Uno degli imputati avrebbe fatto la spesa con la volante

Mazzette in cambio di porto d'armi ed altre certificazioni, ma anche la spesa al supermercato fatta con la volante, due denunce insabbiate e il presunto furto di una serie di borse griffate sequestrate durante un servizio antiabusivismo. Al commissariato di Partinico, qualche anno fa, sarebbe successo anche questo e adesso sei poliziotti rischiano il processo, accusati a vario titolo di corruzione, peculato, abuso d'ufficio e favoreggiamento, assieme alle persone a cui avrebbero fatto favori e a due guardie giurate. Le indagini sono partite proprio su input dello stesso commissariato di Partinico.

Dopo l'avviso di conclusione delle indagini, notificato alla fine dell'anno scorso, e la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura, alla fine di novembre, davanti al gup Maria Cristina Sala, si terrà l'udienza preliminare per tre assistenti capo, Pietro Tocco, la moglie, Giuseppina Grillo e Vincenzo Manzella, per l'ispettore capo Antonio Gaspare Di Giorgi, per il poliziotto Giovanni Vitale, nonché per Carmelo Fratello, Vincenzo Manta, Salvatore Scianna, Salvatore Davì, Daniele Di Maggio e Marcello De Luca. La posizione del sovrintendente capo Fulvio Silvestri, difeso dall'avvocato Paola Polizzi, è stata invece archiviata. 

In base alla ricostruzione della Procura, la figura centrale dell'inchiesta sarebbe Tocco, che avrebbe fatto il bello e il cattivo tempo all'interno del commissariato, intascando denaro per rilasciare documenti, ma spingendosi anche ad andare a fare la spesa con una volante in un supermercato di Carini, ad insabbiare due denunce e, con la scusa di essere in servizio e di dover fare degli accertamenti, persino ad acquisire informazioni dalla banche dati della polizia per controllare diversi uomini che avrebbero avuto contatti con la sua ex amante. Notizie che avrebbe poi usato - secondo l'accusa - per ricattare la donna.

Assieme a Vitale si sarebbe poi appropriato di borse griffate sequestrate durante un servizio contro l'abusivismo, avvenuto a Balestrate il 31 luglio del 2017. Alla fine dell'anno scorso la questura aveva deciso di trasferire in altre sedi i poliziotti indagati. Tocco nel frattempo è andato in pensione.

Tocco (che con la moglie è difeso dall'avvocato Bartolomeo Parrino) durante l'interrogatorio aveva ammesso le sue responsabilità, spiegando che la sua ricerca spasmodica di denaro sarebbe stata legata alla ludopatia di cui sarebbe affetto. Un dato che emergeva anche dalle intercettazioni, dove tante erano le telefonate di creditori che chiedevano al poliziotto la restituzione di prestiti, ma era poi lui stesso ad ammettere di essere arrivato a "giocare 5 mila euro in otto giorni".

Era stata sentita anche una delle persone a cui Tocco avrebbe chiesto uno strano prestito di 500 euro, dopo essersi prodigato per farle ottenere il porto d'armi, ed aveva spiegato di non aver subito alcuna pressione da parte dell'indagato. Vitale, difeso dall'avvocato Sanserverino, dal suo canto aveva invece negato di aver preso la merce sequestrata a Balestrate, un dato che - secondo il suo legale - emergeva dalle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza del commissariato. 

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