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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Covid, la Sicilia stenta ancora nei vaccini: ultima nelle somministrazioni agli over 80

Solo il 70,2% ha completato il ciclo vaccinale, la media nazionale è 85,4%. Il dato è contenuto nell'ultimo report della Fondazione Gimbe. Presto invece per valutare l'impatto del caos AstraZeneca sugli under 60. Il presidente Nino Cartabellotta chiede al ministero della Salute e all'Aifa "di esprimersi con una nota univoca e definitiva" sul mix di sieri

La Sicilia è ormai a un passo dalla zona bianca, gli ospedali sono sempre meno affollati e i nuovi casi accertati negli ultimi sette giorni sono in calo rispetto a quelli della settimana precedente. Resta però un neo: quello dei vaccini. Ancora bassa la percentuale dei vaccinati rispetto al resto d'Italia, soprattutto tra gli anziani. La percetuale di over 80 che ha completato il ciclo è la più bassa d'Italia. La situazione è fotografata come di consueto dalla fondazione Gimbe. 

Secondo l'ultimo report nella settimana 9-15 giugno in Sicilia risulta "in miglioramento l'indicatore relativo ai casi attualmente positivi al Covid per 100 mila abitanti e si registra una diminuzione dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente". Negli ospedali la situazione migliora. Sotto soglia di saturazione i posti letto in area medica e terapia intensiva occupati da pazienti Covid. Sono 131 i casi positivi ogni 100 mila abitanti (-10,4%). La media giornaliera di persone testate per 100 mila abitanti (12 maggio-15 giugno 2021) è pari a 118 (la media nazionale è 107).

La percentuale di popolazione vaccinata con ciclo completo è pari al 23,3%. Calcolando chi ha avuto solo la prima dose il dato è del 22,6%. La nota dolente: la percentuale di over 80 con ciclo completo è pari a 70,2% (la media nazionale è 85,4%) a cui aggiungere un ulteriore 9,9% solo con prima dose.

La percentuale di popolazione 70-79 con ciclo completo è pari a 46,4% (media nazionale 42,7), il 28,6% ha solo la prima dose. 

E c'è ancora da valutare il peso del pasticcio AstraZeneca. La Sicilia seguirà le indicazioni di Roma e gli under 60 che hanno avuto una dose del siero anglo-svedese, per la seconda somministrazione avranno Pfizer o Moderna. Ma non tutti i cittadini sono convinti dal "mix" e si temono rifiuti. Molti "No, grazie" si tradurrebbero in un'ulteriore battuta d'arresto della campagna di immunizzazione.

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E proprio sul mix di vaccini Gimbe chiede al ministero della Salute e all'Aifa "di esprimersi congiuntamente con una nota univoca e definitiva". "Riguardo al nuovo caos AstraZeneca se nell'attuale contesto di bassa circolazione virale è totalmente condivisibile la decisione di limitare questo vaccino agli over 60 - sottolinea il presidente Nino Cartabellotta - emergono alcune perplessità sull'obbligo di effettuare negli under 60 la seconda dose con vaccino a mRna, già ribattezzata come 'eterologa'". Infatti, negli under 60 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca, la circolare 11 giugno 2021 del ministero della Salute dispone che "il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRna (Comirnaty o Moderna)".

"Alla data di pubblicazione della circolare del ministero della Salute - sottolinea la Fondazione - il mix vaccinale risultava essere 'off label', ovvero fuori dalle indicazioni autorizzate. La determina Aifa del 13 giugno 2021 ha 'sanato' il problema, con riferimento alla legge 648/96 e disponendo che i vaccini a mRna 'possono essere somministrati come seconda dose per completare un ciclo vaccinale misto'. Ovvero, la formula possibilista usata dell'Aifa per consentire l'utilizzo della vaccinazione 'eterologa' contrasta con quella perentoria prevista dalla circolare del ministero della Salute". 

"Se presupposti immunologici e biologici e dati preliminari - rimarca Cartabellotta - lasciano supporre che la vaccinazione eterologa sia efficace e sicura, rimane l'incongruenza tra l'obbligo previsto dalla circolare del ministero della Salute e la possibilità riportata dalla determina Aifa. Infatti, secondo la formula possibilista di Aifa per gli under 60 la seconda dose con Pfizer o Moderna è solo un'opzione che il paziente è libero di accettare o rifiutare, optando per la seconda dose con AstraZeneca. In ogni caso - insiste - è indispensabile adeguare il modulo di consenso informato a quanto previsto dalla legge 648/96 con adeguata informazione su benefici, rischi e incertezze delle opzioni per la seconda dose dopo AstraZeneca. Infine, per evitare che l'incongruenza tra le espressioni 'dovere' e 'potere' si traduca in una responsabilità esclusivamente a carico dei medici, con il rischio di disincentivare l'attività vaccinale".  

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