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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Nei supermercati la paura del virus viaggia tra i carrelli (vuoti): "C'è chi viene per un euro di ricotta"

Dopo lo sfogo del responsabile del market di via Brunelleschi rimbalzato sui social, ecco l'aria che si respira nei punti vendita a Palermo. Lo sfogo dei dipendenti: "In troppi non rispettano le regole: da chi viene senza mascherina a chi sta troppo vicino. Noi abbiamo famiglie"

La distanza che diventa sinonimo di sopravvivenza, i camici non solo bianchi ma di tanti colori, gli sguardi che si incrociano, lasciati scoperti appena dalle mascherine, per dirsi "sì, anche io ho paura". C'è una battaglia che si combatte ogni giorno dentro e fuori le mura dei supermercati, tra scaffali, casse e file infinite di chi non sa leggere quel terrore o di chi forse ne vive uno altrettanto forte e ha bisogno di quel momento di "libertà" e "normalità" per affrontarlo. "Dimenticatevi di Batman e Superman, i veri eroi lavorano qui", si legge nello scontrino di un Penny Market. Sì, perché c'è chi dall'inizio dell'emergenza sanitaria da Coronavirus ha dovuto nascondere la paura e scendere ogni giorno per andare al lavoro, quel lavoro che permette a tutti gli altri di vivere serenamente in casa. Sono i titolari, i dipendenti, gli addetti alla sicurezza dei piccoli e grandi supermercati che ogni giorno garantiscono a noi di avere le credenze piene. 

E se in genere lasciano fuori le loro preoccupazioni domestiche per accogliere i clienti col sorriso, da alcune settimane farlo è davvero difficile sia perché coperto sia perché i loro occhi trasudano timore. Una preoccupazione che pochi giorni fa è venuta fuori a gran voce nello sfogo che è rimbalzato di smartphone in smartphone di Vincenzo Russo, dipendente del Gruppo Roccella di via Brunelleschi. Nel video che ha fatto il giro di social l'uomo mostra scontrini di pochi euro emessi dal supermercato in cui lavora. "E questa la definite spesa? Noi non siamo burattini di nessuno. Non vogliamo prenderci il virus. Non venite due volte al giorno”.

"Venite in troppi, qui non siamo burattini": lo sfogo davanti al market | Video

Uno sfogo sostenuto tra lacrime e singhiozzi da tanti altri dipendenti soprattutto di supermercati di quartiere. "C'è chi entra al supermercato per comprare un euro di ricotta e chi torna 3 o 4 volte al giorno", racconta Massimo Spano, dipendente di un Penny Market in zona Zisa, rsa e coordinatore del settore della grande distribuzione per la Fisascat Cisl."A volte - continua - tornano solo per comprare una cassa d'acqua. I colleghi hanno paura, soprattutto le donne con figli sono spaventatissime. Si cerca di evitare assembramenti ma non sempre si riesce. Non tutte le persone in fila hanno poi la mascherina. Fortunatamente è stata scelta la chiusura domenicale perché prima c'era gente che la domenica veniva solo per fare la passeggiata, alcune famiglie si mettevano in fila a conversare".

Una paura che racconta con la voce strozzata anche Debora Alaimo, dipendente del Penny Market di via Alfieri, in zona Sperlinga. "Premettendo che nel nostro supermercato c'è un'ottima organizzazione, che gli ingressi sono contingentati e che diamo guanti e disinfettante, purtroppo ogni giorno vediamo situazioni che ci fanno stare male. Da marito e moglie che fanno i furbi ed entrano in due facendo finta di non conoscersi a chi acquista solo un'insalata o una bottiglia di whisky o vino. Non sono tanti ma ciò non è corretto nei confronti di chi rispetta le norme". "Il nostro - continua Debora - è un lavoro rischioso, non siamo medici e siamo stati catapultati in questa situazione. Abbiamo paura, spesso piangiamo. A venire più volte al giorno sono soprattutto gli anziani, che spesso sono lasciati soli e allo sbaraglio. C'è poi chi si avvicina troppo per parlarci. Io non voglio puntare il dito contro nessuno, capisco che dietro ogni cosa potrebbe esserci una situazione personale delicata, ma leggo anche la tristezza negli occhi di chi come me ama questo lavoro e lo affronta con dedizione". 

Anche per Giuseppe Aiello, segretario generale Filcams Cgil Palermo, quel del dipendente diventato suo malgrado famoso è uno sfogo naturale. "Il problema sta nella sensibilità degli imprenditori. Ci sono quelli che adottano pedissequamente le ordinanze anche rispetto alle distanze e quelli che non lo fanno. Spesso vedo persone che rispettano la fila all'esterno ma che poi non lo fanno all'interno. Spesso i clienti non sono dotati dei dispositivi di sicurezza. So che è difficile monitorare tutto ma è vero che a volte ci sono scontrini di pochi euro. Mi appello a riguardo alla sensibilità di ogni cittadino che invito ad andare al supermercato solo se urgente". 

"Comprendiamo e siamo solidali - commenta il segretario della Fisascat Cisl Sicilia Mimma Calabrò - ai tantissimi i lavoratori dei supermercati che hanno rilevato quanto fare la spesa sia stata la scusa di molti cittadini per uscire più volte al giorno da casa. E' difficile infatti, sia alle casse che nei reparti, far rispettare la distanza di sicurezza, nonostante gli ingressi contingentati. Abbiamo apprezzato l'ordinanza del presidente della Regione siciliana che ha previsto le chiusure domenicali e nei festivi degli esercizi commerciali. Appello portato avanti insieme a Filcams e Uiltucs Sicilia, fortemente convinti del fatto che le aperture festive fossero un immotivato sacrificio da chiedere ai lavoratori". 

Situazione non diversa anche all'Auchan all'interno del centro commerciale di Fondo Raffo, così come racconta Gabriella Cipolla, dipendente addetta alle vendite ma in questo periodo di emergenza lavora spesso anche alle casse. "Tengo a precisare che sia da parte dei sindacati che dell'azienda vengono rispettati fortemente tutti i parametri. Siamo stati dotati di tutti i dispositivi di sicurezza e da questo punto di vista siamo tranquilli. Il problema purtroppo è il senso di civiltà. Molte persone non hanno capito la gravità della situazione. Molti vengono senza mascherine, ma non so se non hanno avuto la possibilità di acquistarle. Noi sappiamo come comportarci ma penso siano necessari maggiori controlli anche fuori dai supermercati. Io in un mese e mezzo non sono mai stata fermata. Occorre una sensibilizzazione continua".

"Abbiamo scritto al presidente Musumeci - dice Marianna Flauto, segretario generale Uiltucs Sicilia - perché la gente non ha ben compreso la situazione che stiamo vivendo. Se sono state disposte restrizioni è per problema serio, non stiamo giocando. Occorre rispetto verso gli altri ma anche verso se stessi. Chiediamo un intervento per limitare queste pratiche attraverso dei controlli all'uscita dei supermercati per sanzionare chi ha comprato uno o due prodotti". E in vista della chiusura per Pasquetta. "Già da adesso vedo code lunghissime. Mi appello al buon senso dei cittadini. Questo strumento della chiusura la domenica e i festivi, potrebbe essere essere anche un monito perché diventi una pratica anche futura, appena sarà finita l'epidemia".

Un'aria diversa si respira invece al Carrefour Sicilia Cds Spa di via Libertà, così come racconta Enrico Giambarresi, responsabile vendite. "La nostra clientela è disciplinata ed educata, con grande senso civico. Può capitare ma raramente che il cliente venga più volte ma i più stanno rispettando le regole. Noi abbiamo fornito tutti i dispositivi, creato anche delle mascherine in plexiglass. I nostri dipendenti sono sereni perché non corrono pericoli e non sono stressati. Si è estremizzato il concetto perché è stato letto in una chiave sbagliata". Riguardo alla chiusura domenicale, "la ritengo propedeutica - conclude - e a livello commerciale non crea svantaggio mentre è ottima in termini di precauzione per i dipendenti". 

Se da una parte, nei più, la paura urla forte, dall'altra apparentemente più silenziosa è la gioia scaturita dalla gratitudine. "Per molti clienti, siamo spesso il loro unico motivo di serenità. I sorrisi e i loro ringraziamenti  - conclude Debora Alaimo - ci danno la forza di andare avanti. Spesso poi vengono anche medici e infermieri al supermercato ed è un continuo ringraziarsi reciproco. Questo ci fa capire quanto sia importante il lavoro di ognuno di noi in questo momento così difficile". 

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