Rientro in classe in bilico, studenti pronti allo sciopero: "Dalla politica solo annunci"
La Rete degli studenti medi Sicilia annuncia una protesta per l'8 febbraio, data del ritorno in aula per i liceali: non si presenteranno e proseguiranno con la didattica a distanza. I ragazzi chiedono interventi sul fronte dei trasporti, dei controlli anti Covid e dell'edilizia scolastica
L'8 febbraio è la data "x" che segna il ritorno alle lezioni in presenza anche per gli studenti delle scuole superiori siciliane, o almeno dovrebbe. La Rete degli studenti medi Sicilia ha infatti indetto uno sciopero: non andranno a scuola, ma proseguiranno con la didattica a distanza. Le motivazioni della protesta sono contenute in una lunga nota in cui si criticano le scelte del governo regionale sulla scuola. "Tante parole, tanta strategia, poco d'altro", dicono.
"Gli studenti avrebbero accolto diversamente l'annunciato rientro a scuola dell'8 febbraio se, come abbiamo sempre chiesto a gran voce, questi mesi fossero stati spesi per la riorganizzazione della scuola - dicono i ragazzi - sia per quanto concerne quelle note carenze strutturali degli istituti, sia per attrezzarla in modo da poter far fronte agli ulteriori problemi dovuti alla crisi che stiamo vivendo. Quanto deduciamo dall'azione del governo regionale in merito alla gestione della crisi della pandemia, e più in particolare in merito alla gestione del sistema scuola, è che lo stesso governo sia convinto nel perpetuare una politica di annunci, utili non di certo alla risoluzione dei problemi, quanto piuttosto al disimpegno degli interessati. La nostra organizzazione è stata impegnata, e continuerà ad esserlo, ad elaborare proposte, guardando sempre ai dati, su trasporti, edilizia e didattica. Il nostro parere sull'operato del governo su tali temi è negativo: manca una visione, una pianificazione adeguata e continuità territoriale".
Nella nota la Rete sottolinea che "rientrare a scuola è, per certe categorie di studenti in particolare, un'urgenza formativa. Si pensi a tutti gli studenti la cui valutazione dipende da percorsi anche laboratoriali o tecnico pratici: a questi, al danno di trovarsi un domani in un mondo del lavoro in recessione per la crisi, si aggiunge la beffa di ritrovarsi con un basso livello di formazione, sicuramente non a causa propria, in parte a causa della crisi della pandemia, certamente con la complicità dello scarsissimo livello di attenzione che a queste categorie di studenti è stata riservata. Sarebbe stato necessario organizzare uno screening periodico della popolazione studentesca, e non una tantum che peraltro in alcuni territori non ha nemmeno avuto luogo. Sarebbe servito organizzare il distanziamento nelle scuole e organizzarsi, lì dove questo era più urgente che altrove, nello studio di soluzioni specifiche, che il territorio potrebbe anche offrire. Sarebbe servito dotare gli istituti, in deroga all’autonomia scolastica, di strumenti di gestione, così da non mettere gli studenti di fronte a informazioni assolutamente parziali e insufficienti circa le modalità di rientro".