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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

"Niente catechismo e processioni per San Giuseppe", nuove regole per il Coronavirus

Le chiese restano aperte ma l'arcivescovo Corrado Lorefice ha indicato una serie di norme da rispettare: "Annullate tutte le manifestazioni di religiosità popolare"

Anche la Chiesa è costretta a rivedere usi e costumi per l'emergenza Coronavirus. Se già nei giorni scorsi era arrivata l'indicazione di distribuire la Comunione sulla mano dei fedeli e non direttamente in bocca e rimuovere l’acqua lustrale dalle acquasantiere delle chiese, adesso le regole si fanno più stringenti. L'Arcivescovo Corrado Lorefice ha disposto, in osservanza del decreto del presidente del Consiglio dei ministri, anche che siano "sospese tutte le attività di catechesi" e ha annullato anche le processioni legate alla festa di San Giuseppe.

Le nuove regole

1. Sono consentite, fino a eventuale disposizione contraria, le Celebrazioni Eucaristiche sia feriali che festive, come pure “gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima”, evitando, per quanto è possibile, che si creino assembramenti.

2. Le chiese rimangano regolarmente aperte per favorire la preghiera personale dei fedeli.

3. Vengono sospese tutte le attività di catechesi (sia dei fanciulli che degli adulti), le riunioni di gruppi, movimenti e associazioni, come pure tutti gli altri incontri diocesani, di vicariato e parrocchiali laddove questi comportino la partecipazione di un elevato numero di persone.

4. Sono annullate tutte le manifestazioni di religiosità popolare (processioni e quant’altro connesso per es. alla festività di S. Giuseppe) organizzate sia dalle parrocchie sia dalle confraternite o da comitati.

5. Nelle celebrazioni esequiali si raccomandi di evitare le manifestazioni di condoglianze ai familiari del defunto, o quantomeno si inviti ad usare la massima prudenza.

6. Per la comunione agli ammalati e agli anziani si ribadisce quanto già comunicato, ovvero di limitarsi ai soli casi di vera urgenza, considerato che essi rappresentano la parte più vulnerabile della popolazione.
 

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