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Cronaca

Coronavirus, la solidarietà ha lo stemma della polizia: consegnato ventilatore all'ospedale Cervello

Il macchinario è stato acquistato grazie alla somma raccolta spontaneamente dal personale in servizio presso l’XI reparto mobile, unita ad altre donazioni a favore del nosocomio. La responsabile del Pronto Soccorso: "Negli anni c'è sempre stata grande collaborazione, questo gesto ci rende felici come professionisti e come persone"

I contatti tra polizia e personale ospedaliero non sono rari. Spesso infatti la collaborazione tra investigatori e medici si rivela necessaria per risolvere o gestire fatti di cronaca. Stamani però la presenza degli agenti del XI reparto mobile all'ospedale Cervello, da alcune settimane diventato Covid Hospital, ha un valore diverso: gli uomini in divisa hanno consegnato ai responsabili del Pronto soccorso il frutto di una raccolta fondi avviata per aiutare la struttura a gestire l'emergenza. La somma accantonata dagli agenti è confluita sul conto della Fondazione Franco e Piera Cutino sommandosi ad altre donazioni a favore del nosocomio e così è stato acquistato un ventilatore polmonare, strumento indispensabile per la cura dei pazienti positivi al Covid-19.

La consegna dell'apparecchiatura è avvenuta da parte del viceispettore Santi Morana in rappresentanza del primo dirigente dell’XI reparto Mobile Gianpaolo Cassandra e del medico superiore Gaspare Cusumano con alcuni suoi collaboratori.  A ricevere il prezioso dono Tiziana Maniscalchi, responsabile facente funzione del Pronto soccorso e il medico Carmen Sferrazza.

"E' stato un gesto che ci ha commosso e reso felici - racconta a PalermoToday Maniscalchi - Da sempre poliziotti e personale sanitario sono professionalmente vicini. Noi come loro ci 'sporchiamo le mani', non conosciamo sabato, domenica, festività, giorno o notte. Nel corso degli anni, con le forze dell'ordine, c'è stata sempre collaborazione. In Pronto Soccorso se ne vedono tante ed è sempre bastato alzare il telefono per avere delle pattuglie pronte ad aiutarci in caso di necessità. Oggi che noi combattiamo la battaglia contro il Covid-19 il loro gesto di commuove, come professionisti e come persone".

Gli agenti hanno consegnato ai medici anche un colorato mazzo di fiori "un gesto che sembra banale - dice non senza emozione Maniscalchi - ma che ci ha regalato qualche minuto di normalità. E' emerso il lato umano, loro e nostro. Un aspetto che forza di cose spesso non viene fuori. Io neppure sapevo che i fiorai fossero aperti..."

Al momento della consegna, gli agenti erano in divisa e in "divisa" - la tuta protettiva - erano anche le dottoresse. "Non possiamo separarcene - dice la responabile del Pronto soccorso - Finora fortunatamente noi che lavoriamo con i casi Covid non abbiamo avuto problemi in termini di mascherine o altre protezioni. Il Pronto soccorso del Cervello rappresenta certamente un esempio virtuoso: pur essendo esposti al virus perchè trattiamo solo pazienti positivi non ci sono stati contagi tra il personale e vale anche per chi è nel reparto di Malattie infettive o Rianimazione. Questo significa che siamo ben protetti quando lavoriamo, ma anche quando lasciamo l'ospedale. Abbiamo attuato tutte le misure per proteggere noi stessi e gli altri".

"Dietro le loro divise, come dietro le nostre, ci sono 'esseri umani' e di una umanità stupenda. Se è vero che chi decide di fare il medico lo fa per vocazione con l’alto impegno di aiutare gli altri, anche il poliziotto decide di fare il suo lavoro per lo stesso motivo. Hanno creato una raccolta fondi per aiutare noi nel nostro lavoro. E per noi è come se si fossero messi una tuta biologica e fossero venuti ad aiutarci", commenta Sferrazza. "Come equipe del Covid hospital Care - aggiunge - ringraziamo tutti coloro che hanno dato il loro contributo inaspettato e ringraziamo anche la stessa Fondazione che con amore ha permesso di concretizzare questo gesto meraviglioso. Sono sempre più convinta che questa triste storia di un virus terribile e mortale stia svelando una bellezza di sentimenti che neanche sapevamo di avere. Noi tutti, personale del Pronto soccorso, al quale è toccato di portare ogni giorno questa croce, sin dal primo giorno, non siamo stati mai soli. Grazie di cuore".
 

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