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Cronaca Partinico

Virus, mascherine (non a norma) vendute con ricarico fino al 235%, denunciato imprenditore

La guardia di finanza ha ricostruito la filiera produttiva: dalla sartoria che le aveva realizzate ai banchi di vendita a Partinico. Secondo gli inquirenti il fornitore "imponeva un ricarico medio ponderato mai inferiore al 165%, con picchi tra il 180% e il 235%"

Mascherine in tessuto e non a norma vendute con ricarichi fino al 235%. E' quanto hanno scoperto i finanzieri della Compagnia di Partinico nell’ambito di specifici controlli coordinati dal comando provinciale volti a prevenire manovre speculative su generi di prima necessità in concomitanza con l’epidemia Civid-19. Le fiamme gialle hanno denunciato l’amministratore di un’impresa operante nel settore del commercio all’ingrosso di altri prodotti alimentari per il reato di "manovre speculative su merci" e hanno sequestrato 520 mascherine igieniche in tessuto. Gli stessi finanzieri parlano di "ricarichi esorbitanti".

Le fiamme gialle, insospettite dall’elevato prezzo di vendita delle mascherine in un supermercato di Partinico (che, tuttavia, applicava un minimo ricarico del 2,5%) hanno ricostruito l'intera filiera e hanno individuato il fornitore. (Non sono stati resi noti i nomi nè del supermercato nè del fornitore ndr).

E' stato così accertato che "il titolare della società produttrice, con sede a Partinico, approfittando della carenza sul mercato locale di presidi individuali di protezione, imponeva un prezzo di vendita maggiorato rispetto a quello solitamente praticato sugli altri prodotti commercializzati.In particolare l’imprenditore, rifornendosi da una locale sartoria, aveva acquistato dal mese di marzo 2020 oltre 5.400 mascherine – tra l’altro risultate prive del parere di conformità da parte dell’Istituto superiore di sanità e dell’Inail in deroga alla normativa sul commercio – al costo unitario di 1 euro rivendendole poi sul mercato locale, gravato dalla carenza di dispositivi, tra i 2,80 euro e i 3,50 euro cadauna".

L'analisi delle fatture di acquisto e di vendita ha consentito così di determinare "un ricarico medio ponderato mai inferiore al 165%, con picchi tra il 180% e il 235% in alcuni casi, nettamente superiori ai ricarichi applicati per la vendita dei prodotti normalmente trattati dall’azienda i quali, invece, prima dell’emergenza da CoVid-19, si attestavano sempre tra il 15% e il 106%".

L’amministratore della società è stato deferito alla Procura di Palermo per manovre speculative su merci. Reato punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 516 a euro 25.822. Le mascherine giacenti in magazzino sono state sequestrate". 
 

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