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Cronaca

Coronavirus, la storia "al contrario" di una palermitana: "Sono rimasta a casa mia: Milano"

A PalermoToday il racconto di Francesca De Simone. In Lombardia dal 2015, ha deciso di non lasciare la sua città d'adozione: "Un atto d'amore e di responsabilità. Per la mia famiglia, la città in cui sono nata, quella che mi ha dato un futuro e in generale per gli italiani"

Le immagini della stazione di Milano presa d'assalto nel timore che gli spostamenti lungo lo Stivale venissero impediti per evitare il dilagare del nuovo Coronavirus hanno fatto il giro del mondo. Oltre undicimila siciliani nelle ore successive all'esodo (prima che tutta Italia fosse zona protetta ndr) si sono registrati in poche ore sul portale della Regione Siciliana per dichiarare l'arrivo dalle zone ritenute più a rischio. Eppure per tanti che hanno fatto i bagagli in fretta e furia noncuranti del pericolo, tanti altri hanno deciso di restare. Tra loro c'è la palermitana Francesca De Simone. A Milano dal 2015 ha 33 anni e un impiego in banca e ha deciso di non lasciare la sua città d'adozione. "Un atto d'amore e di responsabilità - dice a PalermoToday - per la mia famiglia, la città in cui sono nata, quella che mi ha dato un futuro e in generale per gli italiani".

Anche Palermo diventa zona protetta: tutto quello che si può e non si può fare

"Sono andata via da Palermo perché nel mio precedente impiego non mi hanno rinnovato il contratto. Una decisione sofferta quella di lasciare gli affetti. Amo Palermo - racconta Francesca tra un call di lavoro e l'altra perchè ai tempi del Covid-19 si lavora anche così - ma amo anche Milano. È chiaro che mi manca la mia famiglia, mi mancano i miei amici storici. Vorrei essere più vicino alla la mia mamma, mio papà, mia sorella e mia nonna. Come tutti. Ma questo non giustifica comportamenti avventati.  Quando si è iniziato a parlare di Coronavirus, io avevo già prenotato un biglietto aereo per Palermo. Un weekend a casa per stare accanto a mia sorella, alla quale sono legatissima e ache doveva sottoporsi ad alcuni accertamenti. Tre giorni in Sicilia a un costo di 160 euro con Alitalia. Perchè - sottolinea - i prezzi alti, molto, sono una costante per chi deve raggiugere la Sicilia. E non è certo colpa del virus. I casi erano ancora pochi e prevalentemente nel Lodigiano. Eppure, vivendo a Milano, essendo vicina al primo focolaio e non potendo escludere contatti con perso e portatrici del virus ho scelto di restare. Sto bene. Nessun sintomo. Mai avuto. Eppure ho guardato oltre". 

L'esodo e il rischio Coronavirus: "In undicimila hanno registrato l'arrivo dal Nord"

francesca de simone-2Così la decisione di annullare la partenza. "Ho fatto domanda di rimborso ma non ho ancora avuto risposta. Emergenza su emergenza - ironizza Francesca, che la Sicilia la porta con sè sempre con una medaglietta -  il commissariamento dell'azienda e il temuto Covid-19. Ho scelto lucidamente di non tornare a casa. Io sto bene. Ma come avrei potuto avvicinarmi a mia nonna, mia mamma, dal momento che non posso avere la certezza di non essere entrata in contatto con agenti patogeni? Non partire è un atto di amore. Esporre a un rischio i miei cari? Non avrei mai potuto". 

Non così le migliaia di persone che sono letteralmnte fuggite verso Sud. "Non sono mamma ma in fondo posso 'assolvere' i ragazzi che a Milano sono soli e magari sono sttai spinti dai genitori a tornare a casa - dice Francesca - Ma gli adulti, chi lavora. Beh.. loro no. Un senso di responsabilità è doveroso. Oltretutto Milano li ha accolti dando loro un futuro... Non si risponde così".

Un legame doppio per Francesca: Milano e Palermo. "I nostri medici - dice - sono bravi e non faccio distinzione per regione. Le strutture però hanno posti limitati. I nostri comportamenti sono determinati in questa fase. Evitiamo i picchi, evitiamo che i casi aumentino e che poi i medici siano costretti a dire 'Non c'è posto'".

Lo slogan scelto dal Governo è "Io Resto a casa". "Ecco - sottolinea Francesca -  è più di uno slogan. L'opportunismo troppo spesso dimostrato dagli italiani non aiuta nessuno. Non aiuta il Sud. Non aiuta Palermo. Non aiuta Milano. Sarebbe ora di essere tutti uniti e tutti responsabili. I miei cari li saluto al telefono. Gli abbracci sono solo rimandati, per il bene di tutti".

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