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Il virus nega anche l'ultimo saluto: "Papà il principe dei funerali, ma non ha potuto avere il suo"

Venerdì scorso la morte di Francesco Trinca, titolare della nota agenzia di pompe funebri. Il rimpianto del figlio: "Non mi è stato possibile dargli i giusti onori funebri per come meritava, nessun abbraccio e nessuna carezza". I parenti hanno assistito alla tumulazione in streaming

E' stato per tutta la vita il principe dei funerali ma, per uno strano scherzo del destino, il suo non s’è potuto celebrare. E' il paradosso che porta con sé il Coronavirus. Nei giorni scorsi è venuto a mancare Francesco Trinca, titolare dell’omonima agenzia di onoranze funebri in corso dei Mille. E il Covid-19 ha paralizzato sia la vita che, in un certo senso, la morte. Stop a funerali perché le chiese sono chiuse. Stop pure alle visite di condoglianze perché è vietato spostarsi dal proprio domicilio senza una necessità.

A un uomo che ha organizzato migliaia di funerali così non viene fatto il suo. Trinca, 88 anni, padre di sei figli e di venti nipoti, aveva ereditato l’agenzia di pompe funebri dal padre Francesco, da cui ha preso anche il nome, portando dentro la sua azienda fino alla quarta generazione della famiglia. Tra questi il figlio Nunzio che per ricordarlo ha scritto una lettera a PalermoToday. “Papà avrei voluto darti un funerale degno, per come abbiamo sempre fatto con tutti, ma secondo le disposizioni di legge non mi è stato possibile darti i giusti onori funebri per come meritavi”.

trinca-2Trinca era malato da tempo. E’ morto a casa sua venerdì pomeriggio scorso, assistito dalla moglie Lia, un’ex infermiera che, come ricorda un nipote “è stata la sua fortuna, è stata il suo dottore a 360 gradi fino all’ultimo giorno”. I figli e i nipoti, da quasi un mese, non potevano fargli visita. “La morte mai come ora fa male - spiega a PalermoToday Nunzio Trinca -. Non è consentito esprimere il dolore. Si muore e basta. L’atmosfera tutta intorno è priva di conforto. Non c’è alcun contatto, nessun abbraccio, nessuna carezza che ti fa capire ‘Io ci sono, io sono qui’. Nessun ultimo sguardo prima di quel lungo arrivederci”.

Lunedì la tumulazione al cimitero dei Rotoli avvenuta in streaming con il resto della famiglia. “Il tempo sembra essersi fermato e con esso ogni forma di ritualità - conclude -. Nessuna benedizione, nessuna preghiera. All’interno del cimitero si entra a turno, qualche minuto per far tutto. Non appena il nostro carro funebre si è allontanato, ne è subito entrato un altro. In famiglia ci siamo ripromessi che, non appena finirà questa pandemia, faremo una messa e poi andremo al cimitero”. Una magra consolazione per un destino che, beffardo, ci ha messo lo zampino due volte.

Pochi giorni prima se n'è andato un altro volto noto dei funerali palermitani: Totò Alfano, morto dopo oltre tre mesi dopo un incidente. Anche per lui nessun funerale, solo una cerimonia privata prima della cremazione.

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