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Cronaca

Indagine dati Covid alterati, Confcommercio: "Avevamo già chiesto accesso ad atti"

Patrizia Di Dio, presidente provinciale dell'associazione spiega: "Dopo aver assistito al balletto di cifre per il periodo 15-21 marzo volevamo comprendere se i numeri erano raccolti e trattati con metodi trasparenti e affidabili"

"Confcommercio Palermo, la scorsa settimana, ha presentato alle autorità regionali, tramite il proprio legale, istanza di accesso agli atti per comprendere se i dati sull’emergenza venissero raccolti e trattati con metodi trasparenti e affidabili. L’iniziativa è stata assunta dopo aver assistito al balletto di cifre sui dati dell’emergenza relativi al periodo 15-21 marzo, che si erano improvvisamente 'sgonfiati' dopo essere in un primo momento apparsi estremamente allarmanti". Lo rivela Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, nel giorno in cui un'inchiesta della Procura di Trapani ipotizza che i numeri siano stati alterati per evitare l'inserimento dell'Isola in "zona rossa".

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"Oggi - continua - potremmo dire 'lo avevamo detto' ma sulle ipotesi di reato la giustizia farà il suo corso. Il tema, invece, come spesso sottolineato, è che il sistema di rilevazione è da 'matita dietro l'orecchio'. Serve un sistema trasparente, certificato e informatizzato di raccolta dati. Altrimenti assisteremo sempre ad errori madornali, in buona fede o in malafede. La vita delle aziende, e persino la libertà personale, dipendono ormai dai bollettini quotidiani sull’andamento epidemiologico e pretendiamo che questi bollettini siano infallibili, al passo coi tempi e verificabili da tutti”.

"I dati erano addirittura peggiori? I dati sono inaffidabili in un senso e nell'altro e non noi ci stiamo - conclude Di Dio -. L’inaffidabilità delle rilevazioni influenza l’efficacia delle politiche di contrasto alla pandemia, rendendo inutili gli sforzi dei cittadini e degli imprenditori. Che senso ha avuto chiudere mentre eravamo da zona gialla e viceversa? Significa che le decisioni non sono oggettivamente consequenziali e, cosa più grave, gli sforzi degli imprenditori sono vani perché determinati a casaccio. La politica siciliana, oggi più che mai, metta al centro del dibattito all'Ars sulla Finanziaria regionale, gli aiuti alle imprese, che hanno subito gravi pregiudizi sulla base di dati farlocchi”.

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