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Cronaca

Da martedì si prova lentamente a ripartire, ecco come sarà la giustizia nella fase 2

Si potrà accedere alle aule solo con la mascherina, motivando la propria presenza e sarà misurata anche la temperatura. Molte restrizioni in tribunale, dove il numero di processi che si potranno trattare sarà ridotto, nessun limite invece in appello, se non quello di garantire il distanziamento fisico

Non si torna ai ritmi precedenti alla pandemia – e sarebbe impossibile immaginarlo in un ambiente come il palazzo di giustizia dove normalmente si muovono centinaia di persone al giorno – ma timidamente si prova a ripartire. A una velocità maggiore in Corte d’Appello rispetto al tribunale. Inoltre, proprio perché la situazione sanitaria è in costante evoluzione si è deciso di istituire un osservatorio, composto da magistrati ed avvocati, che ogni 15 giorni farà il punto e valuterà se allargare ulteriormente le maglie o, purtroppo, tornare a stringerle. Le nuove regole per accedere e lavorare al palazzo di giustizia saranno in vigore fino al 31 luglio e sono state diramate tra ieri e oggi.

Si potrà entrare nella cittadella giudiziaria solo dopo aver motivato la propria presenza, indossando la mascherina, e dopo che sarà stata anche misurata la temperatura corporea. Non tutti hanno preso favorevolmente le nuove disposizioni e su Facebook è nata pure l'idea di un flash mob per "abbracciare" il palazzo di giustizia martedì mattina. Infine, nonostante le difficoltà, il presidente della Corte, Matteo Frasca, al fine di garantire il diritto all’informazione ai cittadini, sta valutando anche di consentire in qualche modo il ritorno dei giornalisti tra le aule del palazzo. 

Corte d’Appello con pochi limiti

Prima di arrivare al documento che è stato firmato da Frasca, non solo c’è stato un confronto con gli avvocati, ma si è fatto proprio uno studio delle aule, in modo da stabilire con precisione quante persone possano essere presenti senza inficiare il dovuto distanziamento fisico. La Corte d’Appello ha a disposizione 10 aule di oltre 100 metri quadrati e davanti ad ognuna di esse saranno affissi i criteri di ingresso. Questo studio preliminare ha permesso di non limitare il numero dei processi (che saranno comunque a porte chiuse) da trattare quotidianamente: sarà il presidente di ogni collegio, infatti, a stabilire come procedere, avendo come priorità naturalmente la tutela della salute di tutti. Si lavorerà anche il sabato se necessario. Frasca ha poi ritenuto che fissare tassativamente un orario preciso per ogni singola udienza, come chiedevano gli avvocati, potrebbe paradossalmente diventare un limite: alcune cause si liquidano in pochi minuti, altre richiedono ore ed è proprio in quest’ultimo caso che vi saranno indicazioni precise. Resta naturalmente la possibilità di lavorare da remoto.

Tribunale, ripartenza lenta

Le regole fissate dal presidente Salvatore Di Vitale sono state diramate ieri. In questo caso, anche per la conformazione fisica soprattutto delle aule del nuovo palazzo di giustizia, di limiti ce ne sono tanti. Rispetto a ciò che è avvenuto negli ultimi due mesi, però, qualcosa si rimette lentamente in moto. Si lavorerà anche il pomeriggio e, proprio nel nuovo palazzo, la mattina sarà dedicata a monocratico, misure di prevenzione e tribunale del riesame (3 udienze nei giorni dispari, anziché 6 a settimana), mentre il pomeriggio al gip/gup. Si potranno celebrare patteggiamenti, abbreviati e udienze preliminari. I vari collegi potranno tenere al massimo 3 udienze al giorno e in ciascuna di esse si potranno trattare al massimo 10 processi. Considerato che, soprattutto al monocratico, in alcune sezioni se ne fissavano anche 60 (molte poi, però, non venivano concretamente trattate) si capisce immediatamente la differenza col passato. La priorità sarà data alle cause più vecchie, a quelle con detenuti (soprattutto se i termini di custodia cautelare rischiano di scadere), ma anche quelli in cui è costituita una parte civile e a quelli ritenuti urgenti. Si ricorrerà anche alle modalità da remoto. Anche qui tutto sarà a porte chiuse e sarà necessario indossare la mascherina. Nel civile, nello specifico, si punterà, in base ai processi, allo scambio di atti per via telematica, alle udienze da remoto e, solo se realmente indispensabile, a quelle fisiche.

L’osservatorio e l’accesso ai cronisti

Sia da parte degli avvocati che dei magistrati la volontà è di ripartire, non solo perché di mezzo ci sono i diritti di tutti i cittadini, ma anche per le difficoltà economiche dei legali, che di fatto non lavorano da due mesi, e il rischio che si accumuli un arretrato che tra qualche mese potrebbe diventare ingestibile. Proprio in quest’ottica, e soprattutto per cercare di incrementare l’attività del tribunale, si è deciso di istituire un osservatorio, composto dal presidente del tribunale, dal presidente dell’Ordine degli avvocati, Giovanni Immordino, e da due rappresentanti del Consiglio, nonché dai presidenti coordinatori delle sezioni penali e civili, che si riunirà ogni 15 giorni, farà il punto della situazione e valuterà come procedere.

Le reazioni e il flash mob

Se i vertici dell’Anm, dell’Ordine e della Camera penale, ovvero Giovanna Nozzetti, Immordino e Fabio Ferrara, hanno espresso una certa soddisfazione per le decisioni prese dai dirigenti degli uffici giudiziari, non tutti gli avvocati sono della stessa idea. Per le associazioni Agius e Aiga, per esempio, così come per molti avvocati che si sono confrontati anche sui social, l’attività di fatto non riprenderebbe per nulla e si potrebbe sintetizzare tutto con un rinvio di massa dei processi a settembre. Questi legali vogliono fare di più e ritengono – anche guardando a città come Milano o Torino, ben più colpite rispetto a Palermo dall’epidemia – che ce ne siano i margini. Su Facebook, l’avvocato Giuseppe Seminara ha deciso di lanciare l’idea di un flash mob per martedì mattina, giorno in cui il palazzo dovrebbe riaprire (seppure con tutte le limitazioni): un abbraccio fisico alla cittadella giudiziaria, con una catena umana, che rispetterebbe ovviamente il distanziamento fisico, per manifestare la voglia di ripartire davvero e a pieno regime.
 

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