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Cronaca

Virus e fake news: dalla vitamina C ai complotti, ecco le 10 bufale più diffuse in rete

La fabbrica della disinformazione è più attiva che mai. L'Agcom ha così avviato un Osservatorio sul tema ed è già stato trovato il "vaccino": più cresce il numero di notizie corrette, più cala l'incidenza delle falsità

Acqua e vitamina C per proteggersi dal Covid-19, ma anche “profezie” e teorie del complotto. Le bufale sulla pandemia pullulano in rete e, grazie ai social network e a Whatsapp, rimbalzano da una parte all’altra del Paese (e del mondo) con una velocità impressionante. Ed è per questo che l’Agcom ha deciso di costiture un Osservatorio speciale sul tema della disinformazione in questa fase così delicata di emergenza sanitaria, mettendo in evidenza non solo le 10 fake news sul Coronavirus più diffuse in rete in Italia, ma rilevando anche come il vero vaccino contro questo tipo di epidemia sembra essere proprio l’informazione: man mano che siti, pagine e account hanno infatti aumentato il numero di notizie corrette prodotte sul tema, dall’altro lato è andata scemando l’incidenza delle bufale.

Ecco, secondo l’Agcom, quali sono le 10 bufale più diffuse in Italia sul Coronavirus:
La profezia di Bill Gates sull’epidemia
Bill Gates in un suo intevento del 2015 non aveva in realtà predetto nulla sull’epidemia Covid-19
L’ibuprofene peggiora la malattia da Covid-19
Non ci sono prove scientifiche della correlazione tra ibuprofene e peggioramento della malattia
Pensioni ridotte del 50 per cento
Falsa la circolare dell'Inps che prevede la riduzione del 50 per cento delle pensione ad aprile a causa dell’emergenza sanitaria
La vitamina C favorisce la guarigione da Covid-19
Non esiste alcun resoconto medico sul fatto che la vitamina C favorisca la guarigione dalla malattia
L’audio sulle teorie del complotto
Del tutto finto l’audio Whatsapp di un italiano bloccato in Cina che esponeva tutte le teorie del complotto sulla diffusione dell'epidemia
La foto delle numerose bare in fila a Bergamo
Una delle foto che raffigura una fila di bare a Bergamo (dove il numero di morti per Covid-19 è elevatissimo) non è stata scattata lì il mese scorso, ma invece a Lampedusa nel 2013
La delibera sullo stato di emergenza tenuta nascosta
La delibera del 31 gennaio scorso sullo stato di emergenza in Italia era invece ben nota e tutti i media ne hanno parlato
Bere più acqua per “spazzare via” il virus
Bere acqua ogni 15 minuti non impedisce di essere infettati dal virus
Il servizio del Tgr Leonardo del 2015 sul virus creato in laboratorio
Più che falsa, la notizia è fuorviante: il servizio non riguardava infatti il Covid-19 ed è stato diffuso per far pensare che il virus fosse stato creato in laboratorio
Stipendi ridotti per le alte cariche dello Stato
Non esiste alcun decreto che riduce gli stipendi delle alte cariche dello Stato a causa dell’emergenza

L’Osservatorio, inoltre, ha già messo in luce come tra febbraio e marzo l’informazione on line nel suo complesso sia cresciuta dell’8 per cento in Italia e anche in maniera molto significativa rispetto al primo trimestre dell’anno scorso. C’è stata poi – come è ovvio – un’impennata di notizie sul Coronavirus: il 30 gennaio, cioè il giorno in cui si è saputo della coppia di turisti cinesi risultata positiva al Covid-19 a Roma, il tema incideva per circa il 10 per cento sul totale dell’informazione (circa 10 mila notizie), mentre il 16 marzo è arrivato a sfiorare il 60 per cento con il decreto “Cura Italia”. La disinformazione e le bufale hanno avuto invece un trend opposto: “Considerando il totale delle notizie sul Coronavirus divulgate on line – si legge nel documento dell’Agcom, che è reperibile sul  sito ufficiale - l’incidenza della disinformazione è prossima al 5 per cento, con un andamento in diminuzione per effetto della crescita più sostenuta della componente informativa”.

L’Autorità garante per la comunicazione ha deciso di mettere in piedi una task force di esperti, coinvolgendo centri di ricerca e istituzioni accademiche, con “l’obiettivo di svolgere analisi e ricerche avanzate sul fenomeno e sugli effetti sociali ed economici prodotti dalle informazioni, vere o false, sul virus e la sua diffusione”.

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