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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Presidente di Gimbe accusa la Lombardia di manipolare i dati sui contagi, querelato

Finisce nella bufera il palermitano Nino Cartabellotta, numero uno della fondazione che promuove la ricerca scientifica indipendente e che dall'inizio dell'epidemia di Coronavirus sta analizzando con costanza e precisione tutti i dati sul contagio in Italia

"Sovrastima dei guariti e sottostima dei morti: ecco i magheggi della Lombardia sul Coronavirus". L'accusa non arriva da un uomo qualunque. Ma da Nino Cartabellotta, 55 anni, il numero uno di Gimbe, la fondazione che promuove la ricerca scientifica indipendente e che dall'inizio dell'epidemia di Coronavirus sta analizzando con costanza e precisione tutti i dati sul contagio in Italia. Proprio alla luce di lavoro e finalità di Gimbe, l’opinione di Cartabellotta - fratello dell'ex assessore regionale all'Agricoltura - ha assunto un enorme peso specifico, facendo molto scalpore.

Più in particolare, Cartabellotta ha parlato di “stranezze sui dati” e “magheggi sui numeri” di positivi al Coronavirus. Per queste dichiarazioni, il palermitano nelle scorse ore è stato querelato dalla Regione Lombardia. Alla notizia, ha replicato spiegando che “essere querelati per aver detto la verità è un grande stimolo per andare avanti". E stamattina lo stesso Cartabelotta ha scritto un altro capitolo della discussione. 

"Magheggio" inteso come "espediente, escamotage". Il numero uno della fondazione, intervistato da Agorà, ha chiarito il significato di alcune parole usate il giorno precedente, ma comunque non ha cambiato di molto il senso del proprio discorso. "In termini italiani corrisponde all'inglese gaming - ha spiegato Cartabelotta in merito all'ormai famoso magheggi -. Insomma fare in modo che i dati, non necessariamente con dolo, vengano esposti in modo tale da sovrastimare i dati favorevoli e sottostimare quelli che sono i dati sfavorevoli". 

E quindi, ancora più nello specifico: "Nella regione Lombardia - ha detto il presidente della fondazione - emerge che c'è una sovrastima dei guariti e una sottostima dei decessi. E' un dato sotto gli occhi di tutti, un dato assolutamente incontrovertibile che è su tutte le banche dati nazionali - ha assicurato Cartabelotta -. Non credo sia confutabile. La regione può tutelarsi come vuole con le querele, ma noi continuiamo a fare le nostre ricerche". 

Lo stesso esperto tende a escludere che i dati siano raccolti e comunicati così di proposito, ma - ha commentato - "indirettamente c'è un interesse a voler mantenere basso il numero dei casi, il che entra in conflitto col contarli tutti perché - ha concluso - se i casi aumentano molto è evidente che ostacola le riaperture". 

Gallera non ci sta: "Noi i migliori"

"Siamo la Regione che fornisce meglio i dati, addirittura con tutte le valutazioni di inizio sintomi, solida, puntuale, dettagliata, fin dall'inizio siamo stati molto trasparenti. Ora che Gimbe dia giudizi sommari totalmente inappropriati è sbagliato e non è consentito". Questa la replica di Gallera all'analisi della Fondazione Gimbe, che ieri ha avanzato il "sospetto che la Lombardia 'aggiusti' i dati", segnalando alcune "stranezze". Dichiarazioni che hanno poi portato alla reazione della Regione, che ha annunciato querela. "Oggi - ha spiegato l'assessore a margine dell'inaugurazione del nuovo Padiglione di terapia intensiva dell'ospedale Sacco di Milano, "escono i dati dell'Istituto superiore di sanità (Iss). Noi li mandiamo tutte le settimane. C'è un sistema di indicatori secondo noi migliorabile, ma lasciamo che chi sa fare questo mestiere lo faccia".

Gallera si è detto dispiaciuto per la controversia con Gimbe: "A me spiace - ha dichiarato - perché Nino Cartabellotta", il presidente della Fondazione, "l'ho sempre incontrato, è una persona seria e Gimbe una fondazione solida. Se poi però le valutazioni si fanno su delle schermate che vengono date e non sui dati che vengono forniti con una grande puntualità", per Gallera "è sbagliato e non è consentito". In Lombardia, ha aggiunto, "stiamo facendo attività di screening articolata e ampia. E' partito il Governo con lo studio di sieroprevalenza e ha fatto poche centinaia di test" al momento, "noi siamo già a più di 150 mila sierologici fatti sugli operatori sanitari, sulle persone. E' chiaro che più andiamo a cercare e ad allargare lo spettro e più emergono certe situazioni. Stiamo facendo un lavoro approfondito in Lombardia".

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