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Cronaca

Il Covid combattuto taroccando i numeri: "Togli questi morti, sono troppi e l'assessore è seccato"

Il Nas parla di "contenimento matematico dell'epidemia nell'Isola" per dire che al Dasoe sarebbero stati falsificati i dati al ribasso. La dirigente con "telefonate frenetiche" avrebbe aggiustato le statistiche, disegnando un quadro non realistico per l'accusa. "Ruggero parla di fallimento della politica, non siamo stati in grado di tutelarci"

"Contenimento matematico dell'epidemia", è questa l'espressione (calzante) che viene utilizzata dal Nas dei carabinieri per spiegare la strategia - fatta di numeri aggiunti, sottratti, spostati, omessi, più che di provvedimenti concreti  - messa in atto dall'assessorato regionale alla Salute attraverso il Dasoe per contrastare il Covid in Sicilia. Come emerge dalle carte dell'inchiesta della Procura di Trapani e dalle intercettazioni è quasi come se l'Isola avesse vissuto la pandemia così come la immaginava e la  disegnava giorno per giorno proprio dalla dirigente del dipartimento, Maria Letizia Di Liberti, finita ai domiciliari. Spesso in accordo con l'assessore Ruggero Razza (indagato, che ha rassegnato le sue dimissioni in mattinata), infatti, la donna avrebbe alterato i dati relativi a tamponi, terapie intensive e decessi. "Per far quadrare i conti". Anche perché proprio Razza a volte si sarebbe mostrato "seccato" per i numeri veri, quelli che riflettevano il reale andamento dell'epidemia in Sicilia, parlando anche di "fallimento della politica" di fronte al disastro sanitario.

Il caos dei dati e le telefonate frenetiche

Come mettono in evidenza i carabinieri, alla base del "quadro inquietante" e della "anomala gestione dei dati" ci sarebbe un grave problema di metodo, che non sarebbe stato conforme alle direttive. Gli investigatori parlano di "frenetiche, a volte tardive, attività burocratiche di raccolta dei dati da parte del Dasoe" e sottolineano che Di Liberti "non è stata in grado di porre fine al 'caos gestionale' dei dati provenienti dalle articolazioni periferiche" perché "la ricezione dei dati giornalieri non è avvenuta attraverso la semplice consultazione delle piattaforme integrate, ma attraverso una continua ed estenuante serie di telefonate per richiederli e sollecitarli, anche più volte".

Razza: "C'è stata una gravissima sottovalutazione"

Era l'assessore Razza a dire a Di Liberti, il 5 novembre scorso, dopo il passaggio della Sicilia in zona arancione: "Inutile Letizia che facciamo stare in piedi sacchi vuoti, c'è stata una gravissima sottovalutazione e il dato finale di questa gravissima sottovalutazione è scritto negli indicatori, poi secondo me sono sbagliati perché mettono sullo stesso piano indicazioni diverse, però come avrai visto ci sono dei dati dove noi comunichiamo zero! E chissà da quanto!".

Il contenimento "matematico" dell'epidemia

I carabinieri rimarcano che "da alcune conversazioni emerge che il rapporto percentuale derivante dai nuovi soggetti contagiati con il numero dei tamponi eseguiti viene artificiosamente modificato in modo da mantenere tale valore, tra tamponi effettuati e numero di soggetti positivi, al di sotto della soglia percentuale che nel tempo è variata dal 15 al 10 per cento. Si presume che tale manipolazione dei dati venga effettuata per incidere sull'indice Rt". Ecco perché parlano di un "contenimento matematico dei contagi nella popolazione siciliana verosimilmente rivolto ad evitare e/o ritardare il passaggio della Sicilia in zona rossa, con le derivanti ripercussioni sia di immagine mediatica che di conseguenze economiche per gli operatori commerciali".

"Così diventano troppo pochi"

Il 7 dicembre scorso era Di Liberti a dire all'assessore in riferimento ai dati della provincia di Catania: "Ruggero, ti dicevo in questo modo vengono 868 sono pochi rispetto ai mille, di solito 1.100, diamo questi e basta, questi e basta, per questo ti ho richiamato". Razza rispondeva: "Si però 400 che oggi abbiamo messo su Catania sono quelli della giornata... I suoi, quelli mettiamoci, mettiamoli tutti..." e Di Liberti: "Niente, almeno 50 mettiamoli perché altrimenti diventano troppo pochi, ok?".

"Ruggero vuole rivedere tutti i parametri"

Nei suoi continui calcoli, Di Liberti si sarebbe preoccupata di far tornare in qualche modo i conti: a volte si toglieva, ma si sarebbe cercato sempre poi di aggiungere, per riportare il tutto più o meno in equilibrio. "I morti ce li teniamo sulla pancia", diceva per esempio la dirigente a novembre, parlando di decessi che fino a quel momento non sarebbero stati conteggiati. Razza avrebbe voluto vederci chiaro, come riferiva Di Liberti parlando con Ferdinando Croce, capo della segreteria tecnica dell'assessore: "Ora - riferisce Di Liberti - mi chiamò Ruggero, dice: 'Domani mattina rivediamo tutti i parametri, da una settimana all'altra e vediamo effettivamente qual è il parametro che ci ha fatto scattare l'arancione, per capire magari come procedere. Perché il problema fondamentale è se divemtiamo completamente zona rossa...'".

"Non abbiamo dato tutti i morti"

E prosegue: "Poi gli ho detto che secondo me tutti i ragazzi che domani tornano da Milano, c'è un sacco domani scapperanno... Se a questi gli facciamo i tamponi, a tutti... Secondo me domani in aeroporto i rapidi li dovremmo fare... In partica il problema sono i positivi che sono aumentati in maniera incredibile, perché l'andamento della terapia intensiva non è stato così repentino... Abbiamo avuto 2, 3 oggi meno 2, anzi oggi gli ho detto a Ruggero, meno 2 perché abbiamo avuto 20 morti, no 1 o 2, da morire... ne abbiamo avuto 26, solo che però 6 erano riferiti a tutta la settimana, allora non li abbiamo dati tutti e 26 ne abbiamo dati 19 e gli altri vengono... vedi che sono assai!".

"La situazione è un po' bruttina"

Croce replicava poi con sarcasmo: "La terapia intensiva diminuisce perché ce li scotoliamo". E la dirigente: "Fa preoccupare che significa che chi entra in terapia intensiva... Loro fanno di tutto per non entrare in terapia intensiva. Di tutto. Perché quando entri in terapia intensiva non è detto che esci. Nella maggior parte dei casi, muoiono... Quindi la situazione è un poco bruttina...".

"Ruggero è seccato, dice: 'E' il fallimento della politica"

Poi Croce chiedeva alla dirigente del Dasoe: "Ruggero come ti è sembrato?" e Di Liberti: "Ah seccato, un seccato mi disse: 'Il fallimento della politica, non siamo stati in grado di tutelarci, i negozi che chiudono, se la possono prendere con noi, non siamo riusciti a fare i posti letto'. Ci dissi: 'Ma non è vero, reggiamo perfettamente. Anche se in realtà, non ti dico, oggi è morta una perché l'ambulanza è arrivata due ore dopo ed è arrivata da Lascari, è morta e qua c'è il magistrato che già ha sequestrato le carte. Perché le ambulanze sono tutte bloccate nei pronto soccorsi, tutte! E quella è morta per un infarto che si poteva benissimo salvare, 52 anni".

"Metticene 2 mila rapidi, fregatene!"

L'8 novembre, Di Liberti chiamava Emilio Madonia, che le diceva: "Manca qualcuno però... ci sono pochi tamponi perché i privati non mandano" e lei: "E quanti tamponi abbiamo?", "Sui 5 mila", "Cioè mettici un poco di, metticene ... Sì vabbè ma mettici 2 mila rapidi, fregatene! Perché tanto di rapidi ne abbiamo fatti solo ieri 15 mila ed altri 15 mila oggi... perché oggi abbiamo fatto lo screening, quello delle scuole... Quindi 9 mila no, perché è domenica, ma 7500 sì".

"I numeri di oggi sono molto elevati..."

L'11 novembre Madonia manifestava delle preoccupazioni sul numero elevato di positivi: "Direttore, le volevo anticipare intanto i numeri di oggi sono molto elevati... Ora sto ancora elaborando però sono veramente elevati... già sono 1.300, ma devo inserirne ancora, altri 300 da verificare, sono molto elevati. E volevo segnalare che il labortatorio di Scalia non riesce a mandare i dati, hanno problemi tecnici... Su Catania ne abbiamo un centinaio". E Di Liberti: "E vabbè ci lasciamo il centinaio e se non li mandano niente, già sono tutti, con questo numero elevato, immagina!"

"Inserisci quelli di ieri e la metà di oggi"

Il giorno successivo Di Liberti parlava con Madonia: "Catania sono tutti quelli di ieri più oggi?" e lui: "Esatto, c'è il recupero", "Ma non li possiamo dare tutti insieme!", "Praticamente ne ho mandati 500 solo Scalia che li ha mandati insieme, non so quanti ne posso mettere...", "Ne togli almeno 200... Trapani?", "Ci sono quelli di ieri e di oggi... quei 195", "Allora tu fai, ci mettiamo quelli di ieri e la metà oggi... vedi se arrivi a 1600, 1.620 vedi un poco.... Poi ti ricordo che abbiamo i mille del Cqrc ed oggi ha scritto? Il bello che gli avevo detto quelli di oggi di darli... Va bene, allora rivedi un poco questi due, sui cosi, sui tamponi".

"Aggiusta le terapie intensive"

Il 14 novembre Di Liberti si rivolgeva invece a Roberto Gambino: "Ma terapia intensiva avevamo detto più 5 no più 7" e lui: "Lei mi ha detto tutte le terapie intensive di Catania ed erano più 1", "E non sono 5, da 77 a 80...", "No, sono 7, sono 7", "Ah no, allora fai una cosa, portale a 5 e poi aggiusti le altre". 

"Aggiungi mille tamponi!"

Nella stessa giornata la dirigente discuteva poi con Salvatore Cusimano: "Ti ho girato i due dati 829 meno 584, l'hai visto? Prenditi questi tuoi dati che ti ho dato ora... aggiungili a Catania" e lui: "Ah faccio 1.800", "1.824 meno 589 quanto avviene? Fallo pure a mano", "824 meno 589, 235", "Ok, sommali a quelli di oggi di Catania... Che glieli abbiamo tolti ieri che erano 800... Stavo pensando, se glieli lasciamo tutti, 1.829, glieli lasci però gli aggiungi mille tamponi, ok? Perché tanto oggi sono quelli di ieri e ci sta. Quindi 9.700 quant'erano, 9.774 e i positivi sono 1.800? E ieri erano 1.707, forse sono molti, anziché tutti 200, quant'erano i 200? Allora ce ne mettiamo invece 135, anziché 235, così ne abbiamo da coprire solo 100". E Cusimano: "Ma tu capisci che mi fai fare queste cose, io mi confondo perché... " e Di Liberti: "Non ti preoccupare, te lo dico io, 224... E Catania viene 359... 1.594 più 135 sono 9, 12, 6, 7, 1.729 e Catania diventa 359... Sto aggiustando i numeri, allora i numeri sono 9.274 e totali anziché 1.594 sono 1.729 abbiamo detto e poi Catania abbiamo detto che viene anziché 224... 359, che ne aveva un sacco da recuperare, ok li ho mandati già a Mario (Palermo, ndr), lo sto girando anche a te... A te serve solo per domani, che sappiamo che abbiamo 100 da recuperare anziché 235", "Quindi 100 da recuperare e più 500 tamponi", "Sì i tamponi fregatene, solo i positivi dobbiamo conteggiare... Glieli sto girando, li ho già girati a Ruggero e li sto girando i ricoveri pure".

"Non è una fesseria, poi non mi tornano i conti"

Più tardi era Cusimano a dire a Di Liberti: "Ma io lo devo fare quadrare, glielo posso girare incompleto, perché stavo caricando tutti i cosi, se tu mi fai fare gli spostamenti... Non è una fesseria perché io domani poi li perdo, non è così una fesseria perché ci devo mettere ora qua 500 tamponi in più... Li metto come zona grigia", e lei: "Ok, mettili su Catania e 135, no caricali su Scalia e te ne freghi, ascoltami, e i 135", "Sì ma li devo fare appattare, 500 se no poi non mi tornano più i conti". 

"Oggi è domenica, solo questi e basta!"

Il 15 novembre Di Liberti parlava ancora con Cusimano dei dati: "Ma troppo pochi, considera che Messina ne deve caricare 736, mi faccio un giro di telefonate e decido perché non può essere, questi dati sono troppo fuori dalla... Allora io ci aggiungerei almento altri 1.500 tamponi, almeno... E che su Palermo sono già assai 452, quelli che ci mancano sono in effetti Palermo. Trapani qua ne abbiamo altri 100". Più tardi lui le comunicava: "Così i tamponi diventano 7.277" e lei: "Diventano 5.900, ce ne mettiamo 2 mila o 1.500... Quindi diventano 7.400... 7.450, va bene e 1.407 e basta. Oggi è domenica e facciamo questi, punto e basta".

"Questi sono i deceduti che non abbiamo mai dati"

Successivamente Di Liberti rimarcava che "su Iss, i fuori regione 25, sono sempre quei deceduti che non abbiamo mai dato". Poi era Gambino a chiederle: "Il Cervello è 16 e 19, lo devo lasciare 16?" e lei: "No aspetta, Cervello invece aggiustalo... Il Cervello anziché 19 gliene mettiamo 18 e sono più 2, ce ne metti... mettigliene 17 va", "Allora mi ha chiamato Morante, attualmente ne hanno 19, ce ne mettiamo 15? Perché se no poi ho paura che domani ti mancano", "Va bene, va bene, ce ne mettiamo 15. E quanti tamponi?", "No, tamponi non me ne ha dati, vabbè ci abbiamo messo 1.500 in più".

"L'assessore dice: 'Lasciamoli'"

Il 19 novembre ancora Di Liberti a Madonia: "Hai recuperato un poco di Fiera?", "Allora sono 65 al Crq, però possiamo inserirne", "Quindi non ne hai inserite, perché già sono assai! Siccome erano troppi, volevo capire questo... Ma tutti 'sti tamponi? Un mare!" e lui: "Sì perché Campisi per esempio sono sia di oggi che ieri, lui fa 1.800 tamponi tra oggi e ieri". La dirigente chiama poi Gambino: "L'assessore dice di mettere quelli di Gecos terapia intensiva, quindi sono 240, quindi più zero, si più zero" e lui: "Eh ma ne abbiamo 240 per il momento", "Eh ho capito, ne metti 240, copiati quelli di Gecos, perché sono quelli dell'una e mezza, che è l'ultimo, più recente". Poi era lui ad interpellarla: "Direttore mi scusi, solo quei mille tamponi, li leviamo oppure lasciamo tutto", "No, no niente! L'assessore ha detto 'lasciamoli', visto che sono... così tanto i positivi...".

"Razza dice che sono solo appoggiati in terapia intensiva"

Il 20 novembre Di Liberti al telefono con Mario Palermo: "Ho sempre il problema dei 4 posti di Termini Imerese... Ho parlato col responsabile, lui mi ha detto che sono in terapia intensiva, ho chiamato l'assessore, l'assessore dice che in terapia intensiva sono appoggiati ma non sono da terapia intensiva", "Ma se sono appoggiati, il problema è se sono appoggiati perché non c'è altro spazio, il posto è occupato, il senso è quanti posti letto...", "Allora il numero è 28, però non sappiamo se sono 24 più 4 o 28 tutti del reparto".

"Aggiungi altri 150 della Fiera"

Il giorno dopo era Madonia dire a Di Liberti: "Oggi invece Palermo 386", "Mettigliene almeno altri 150 quelli della Fiera... Non ne avevamo 600? E almeno mettigli questo e di tamponi per lo meno gliene metti altri, sono così 8 e 9, un nove e sette, una cosa di questi".

"Non li mettere questi morti, sono troppi"

Il 22 novembre ancora Di Liberti a Palermo: "Quanti sono i morti? Qui li ha scritti, 42" e lui: "Ce ne dobbiamo aggiungere almeno 3 quelli di Catania a domicilio, quindi 45 dobbiamo mettere", "Vabbè mettici... Mizzica, tanti sono, guarda non li mettere questi, mettiamoli domani", "Ma domani saranno di più perché i morti sono costanti", "Ma ne abbiamo tanti", "19 ne abbiamo da inserire, 19", "Io devo capire questi com'è possibile, 42, 45, mettici questi 45".
 

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