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Cronaca Resuttana-San Lorenzo / Via Salvatore Aldisio

Casi di Covid al Meli, prof e genitori in ansia: "Tanti contagi, ci nascondono i numeri"

A PalermoToday parla una docente che contesta la "poca trasparenza" a scuola. A tenere il conto ufficioso un comitato spontaneo di genitori: "Sono almeno 14, ma nessuno lo conferma". Tra i contagiati anche un supplente ricoverato in Rianimazione. La preside: "Tutto sotto controllo, seguiamo le regole"

"Viviamo un grosso stato di disagio caratterizzato da poca trasparenza che, a tratti, assume i contorni dell’omertà. I casi di Coronavirus conclamati a scuola sono almeno dieci ma temiamo, sebbene nessuno lo confermi, che siano molti di più". E’ lo sfogo di una professoressa del liceo classico Giovanni Meli dove, fino allo scorso 5 ottobre, erano emersi cinque contagi tra gli studenti. "Altri due colleghi - aggiunge la prof - sono risultati positivi ma uno di loro per fortuna è guarito. C'è un'altra collega per la quale si sospetta il contagio ma c’è anche un supplente che si trova in ospedale in condizioni delicate, intubato nel reparto di Rianimazione per quanto ne sappia io".

Così come in tante scuole palermitane le lezioni nel liceo classico di Salvatore Aldisio sono cominciate da circa un mese. Il numero dei contagi in città continua a salire costantemente. Poco più di 350 quelli registrati ieri in provincia, stando all’ultimo bollettino diramato dal ministero della Salute. Che l’avvio dell’anno scolastico si sarebbe dovuto fare strada tra preoccupazioni e incertezze, lo immaginavano tutti. Da qui il leitmotiv di professori e presidi: bisogna rispettare le regolare imparando a convivere con l’esistenza della pandemia. "Lo sapevamo - spiega ancora la prof - e nessuno vuole tirarsi indietro. Ma perché nasconderci le informazioni? E’ un atteggiamento controproducente e nocivo per tutti noi".

Dopo i primi cinque studenti contagiati al Meli la preside Cinzia Citarrella aveva disposto di scaglionare gli ingressi. Il conteggio dei casi nel frattempo sembra essersi fermato. "Abbiamo fatto presente - spiega il papà di uno studente di terza - che vorremmo sapere qual è la situazione a scuola ma non abbiamo ottenuto risposte". E così è nato un "comitato spontaneo" per tenere il conto dei numeri: "Abbiamo provveduto noi genitori - prosegue - tra chat e passaparola, a stilare un elenco. Ne abbiamo contati con certezza 14 ma immaginiamo purtroppo che siano di più. Viene spesso invocata la privacy, e per certi versi lo comprendiamo, però non capiamo l'esigenza di tenerci all'oscuro sulla situazione".

Dello stesso tenore le considerazioni di un altro papà mentre aspettava davanti al liceo la campanella delle 14. "Le notizie sulla situazione a scuola ce le portano a casa i nostri figli. L'altro ieri eravamo in videoconferenza con una professoressa che doveva fare didattica a distanza. E' stata lei stessa a dirci che da qualche giorno aveva iniziato ad accusare i primi sintomi del Coronavirus, ha fatto il tampone e ora aspettiamo l'esito. Noi però non veniamo a sapere nulla dalla scuola e ritengo che ci venga nascosta la verità. Questo genera ansia e preoccupazione nei ragazzi e nelle famiglie".

Insomma, il problema per alcuni professori e professoresse che insegnano nel liceo in zona Strasburgo sarebbe legato al grado di "coinvolgimento": "Notiamo un certo scollamento tra la classe docente e la dirigenza. Noi siamo certi che stiano facendo tutto il possibile e che stiano rispettando i protocolli previsti dall'Asp, dalla Regione e dal Ministero, ma ciò non esclude che si debbano evidenziare falle e lacune. In questo istituto ci sono 1.600 studenti che si alternano tra didattica in presenza e a distanza, ma i ragazzi stanno qui oltre 5 ore e nessuno può garantire sul loro senso di responsabilità e su cil che dall'esterno portano in classe".

La preside: "Tutto sotto controllo, seguiamo le regole"

"I casi registrati - spiega la preside, Cinzia Citarrella - sono per il momento intorno allo 0,4%, dipende se consideriamo come base l'intera popolazione scolastica o quella che frequenta in presenza. Anche io ho sentito parlare del conteggio fatto da alcuni genitori, ma fanno ipotesi che rischiano di mistificare la realtà e girano numeri che non trovano conferma. Noi ci limitiamo a seguire la procedura e i dati li comunichiamo all'Asp, dalla quale ci sentiamo tutelati. Sono loro che tengono traccia dei contatti. In caso di positività, per esempio, forniamo loro una lista con i nominativi di docenti e studenti che possono aver frequentato gli stessi spazi nelle 48 ore precedenti. Non credo ci siano problemi di trasparenza. Chi di dovere ha un quadro chiaro. Mi sento di rassicurare tutti e ritengo che la scuola stia agendo correttamente. Voglio infine sottolineare che al momento non sono stati registrati casi di contagio in classe".

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