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Cronaca

Coronavirus, la "fase 2" e i rebus sul nuovo decreto: i fidanzati come i congiunti

Prima interpretazione sul dpcm del premier Conte, in attesa che escano le Faq ufficiali del governo. Le coppie che da marzo non si possono vedere potrebbero riabbracciarsi. Seconde case e spesa con famiglia al seguito: ecco quale potrebbe essere l'orientamento del governo

In attesa delle Faq necessarie a chiarire tutti i dubbi sul Dpcm firmato ieri dal premier Conte, da Palazzo Chigi arriva una prima interpretazione su cosa s'intende per congiunti. Il termine - secondo autorevoli fonti contattate dall'agenzia Adnkronos - include parenti, affini, coniugi, conviventi, ma anche fidanzati e affetti stabili.

Se ciò venisse confermato ufficialmente, potrebbero riabbracciarsi tutti quei fidanzati che da marzo non si possono vedere a causa del Coronavirus. Restano in sospeso altri dubbi interpretativi, come ad esempio la possibilità di andare nelle seconde case. Oltre alla residenza e al domicilio, il Dpcm indica anche il termine "abitazione". Il che lascerebbe spazio ad interpretazioni.

Tuttavia se la ratio del provvedimento è quella di consentire "solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute", la visita nelle seconde case non sarebbe ammessa. Anche se ci si potrà muovere all’interno della propria Regione, infatti, bisognerà evitare gli spostamenti non necessari. E' questo uno dei motivi per cui il governo ha predisposto un nuovo modello di autocertificazione (clicca qui per scaricarla). 

Nuovo decreto: cosa si può fare dopo il 4 maggio

Altra questione riguarda la possibilità di uscire con famiglia al seguito, ad esempio per fare la spesa. Il buon senso suggerisce di no. L'ultima parola spetta comunque alle Faq, attese anche dalla Prefettura di Palermo, che avrà il compito di far applicare il Dpcm. L'ambito in cui si muove l'ufficio territoriale del governo è infatti quello attuativo, dovendo necessariamente arrivare da Palazzo Chigi l'interpretazione autentica del decreto Conte. Per farla breve, cosa è vietato e cosa no.

La Prefettura di Palermo, dal canto suo, come si legge all'articolo 9 del Dpcm, "assicura l'esecuzione delle misure di cui al presente decreto, nonché monitora l'attuazione delle restanti misure da parte delle amministrazioni competenti. Il prefetto si avvale delle forze di polizia, con il possibile concorso del corpo nazionale dei vigili del fuoco e, per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, dell'ispettorato nazionale del lavoro e del comando carabinieri per la tutela del lavoro". Tra i compiti delle Prefetture, oltre all'aggiornamento dei codici Ateco delle aziende che possono operare, c'è anche la vigilanza sui protocolli di sicurezza all'interno delle aziende sottoscritti nei giorni scorsi da sindacati e datori di lavoro.

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