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Cronaca

Coronavirus e boss mafiosi a casa, Lamorgese: "Il 41 bis escluso ma ultima parola a giudice"

Il ministro dell'Interno è intervenuta al question time in Senato dopo il caso di alcuni padrini ai quali è stata concessa la misura degli arresti domiciliari. Tra loro anche il palermitano Francesco Bonura. La titolare del Viminale: "Provvedimento rimette al magistrato di sorveglianza la valutazione"

"Il decreto legge del 17 marzo prevede la detenzione domiciliare nell'ipotesi di una pena detentiva non superiore a 18 mesi, esclusa per i delinquenti abituali, seriali, per i detenuti sottoposti a un regime di sorveglianza particolare, anche per i detenuti al 41 bis. In ogni caso va segnalato che rimette al magistrato di sorveglianza la valutazione circa l'esclusione dell'applicazione della detenzione domiciliare". Lo ha precisato il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, rispondendo al question time in Senato, dopo il caso di alcuni boss ai quali è stata concessa la misura degli arresti domiciliari a causa dell'emergenza Covid-19. Tra loro anche il palermitano Francesco Bonura.

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Una decisione che ha scatenato aspre polemiche e sulla quale la titolare del Viminale è stata chiamata a dare una spiegazione. Di "vergogna nazionale" ha parlato il leader della Lega Matteo Salvini. "Il pericolo che vengano scarcerati boss mafiosi a causa dell'emergenza del Covid-19 - rilanciano il segretario della Lega in Sicilia Stefano Candiani e il capogruppo al Consiglio comunale di Palermo Igor Gelarda - è qualcosa di inconcepibile. E qualcosa che va a colpire al cuore la dignità dei siciliani e dei palermitani in particolare". "Una terra - sottolineano Candiani e Gelarda - che non solo ha pagato un altissimo tributo di sangue a causa della criminalità organizzata, in termini di vittime innocenti, ma ne ha anche subito una lesione di immagine incalcolabile. Una decisione che fa torto a quei milioni i siciliani che sono sempre state persone perbene e hanno contribuito, con il loro lavoro e con le loro intelligenze, a rendere grande questa Nazione. Senza considerare che queste scarcerazioni costituiscono un affronto nei confronti di quei magistrati e quegli uomini e donne in divisa che hanno pagato con il proprio sangue la lotta alla mafia". 

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Anche dai banchi del Pd non sono mancate le critiche. Il deputato e responsabile Giustizia Pd Walter Verini e il senatore e capogruppo Pd in commissione Antimafia Franco Mirabelli hanno chiesto l'immediata convocazione dell'organismo parlamentare. "I provvedimenti di scarcerazione per motivi di salute di qualche detenuto per gravissimi reati di mafia, decisi dalla magistratura di sorveglianza - dicono - generano giusta preoccupazione e amarezza, soprattutto tra le vittime delle mafie. Per questo occorre fare subito chiarezza. Chiediamo una immediata convocazione della commissione Antimafia. Chiediamo che siano verificate le ragioni dei provvedimenti, la effettiva incompatibilità delle condizioni di salute con la situazione carceraria, i rischi sanitari per altri detenuti e per la polizia penitenziaria. Occorre rispondere subito a questi interrogativi su questi provvedimenti, che appaiono in contrasto con la sostanza e  lo spirito del 41 bis. Lo Stato non deve né può arretrare di un centimetro nel contrasto alle mafie"

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"L'esigenza di misure straordinarie urgenti per contrastare il contagio - ha spiegato Lamorgese - ha interessato anche il mondo carcerario, in considerazione della concentrazione negli istituti penitenziari". A maggio e giugno, grazie a un accordo col commissario straordinario Arcuri, avremo un surplus di 1.700 braccialetti". Per Lamorgese le cautele messe in campo rispetto ai domiciliari "consentono di fugare i dubbi riguardo le ricadute sulla sicurezza dei cittadini".

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"Le forze di polizia - ha poi sottolienato il ministro - sono impegnate a intercettare le nuove dinamiche dell'azione criminale anche in ragione della sua capacità di adattamento ai cambiamenti sociali e produttivi. Particolare attenzione viene posta ai reati spia, quali estorsioni, riciclaggio e usura. Gli appetiti criminali sfruttano l'attuale situazione economica tentando di inserirsi nell'economia reale" anche in vista dell'arrivo di "ingenti finanziamenti pubblici nazionali ed europei. Per questo - ha aggiunto - ho dato impulso alla creazione di cabine di regia a livello provinciale, con la partecipazione di tutte le associazioni. Non a caso è in via di perfezionamento un protocollo di intesa per il rilascio della documentazione antimafia ai soggetti beneficiari di finanziamenti pubblici" al fine anche di "scongiurare un uso distorto delle risorse che saranno erogate a supporto delle attività economiche".



 
 

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