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Cronaca

Coronavirus, Borrelli: "Fin dall'inizio comportamenti sbagliati, quei 29 bergamaschi a Palermo..."

Il capo della Protezione Civile parla dei primi positivi in Sicilia e ammette: "Con un virus così rapido, gli atteggiamenti sociali sono stati decisivi"

"Le misure di due settimane fa iniziano a sentirsi. Nelle prossime ore dovremmo vedere altri effetti, capiremo se davvero la curva della crescita si sta appiattendo. I numeri restano alti: 63 mila contagiati". Così il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, in un'intervista a 'Repubblica'. Sette giorni e supereremo i contagi della Cina, il Paese dove il problema coronavirus è nato. Per Borrelli "la proiezione matematica è quella, non me lo sarei mai aspettato". Poi sulla possibilità che siano stati commessi errori nella fase iniziale, il capo della Protezione Civile spiega che "il 31 gennaio questo governo ha dichiarato lo stato di emergenza e bloccato i voli da e per la Cina, mi sembra che abbiamo compreso subito che questa epidemia era una cosa seria". Pentito di non aver chiuso tutto subito? "Come insegnano i protocolli di Protezione civile - risponde Borrelli - l'intervento deve essere sempre proporzionato al rischio".

"Il numero dei casi lombardi è stato subito soverchiante - sottolinea Borrelli - i medici si sono buttati nella cura e non hanno avuto più tempo di fare indagini. Fin dall'inizio, va detto, ci sono stati comportamenti pubblici che hanno alimentato il problema nazionale. La comitiva del Lodigiano che il ventitré febbraio è andata a Ischia portando il contagio sull'isola. E i primi positivi a Palermo, con i ventinove bergamaschi in vacanza in Sicilia. Con un virus così rapido, gli atteggiamenti sociali sono stati decisivi". Un errore autorizzare Atalanta-Valencia a San Siro? "Potenzialmente è stato un detonatore - dice Borrelli - ma lo possiamo dire ora, con il senno di poi". Con l'arrivo dell'estate, il 21 giugno, ci saremo lasciati alle spalle il coronavirus? "Nessuno può ancora dirlo", risponde.

La situazione al Sud

Si confermano in leggero ribasso su scala nazionale i numeri dei contagi e delle vittime da coronavirus nelle ultime 24 ore. Secondo il bollettino delle 18 di ieri gli attuali positivi sono 50.418, con un incremento di 3780 in un giorno (ieri erano aumentati di 3.957). I morti nelle ultime 24 ore sono 602 (ieri erano stati 651, l'altro ieri 793) che portano il totale a 6.077 persone. I malati in isolamento domiciliare sono 26.522, quelle in terapia intensiva 3204.

"Questa è la settimana molto importante per valutare l'andamento delle curve epidemiologiche" ha spiegato il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro nel corso della conferenza stampa alla protezione civile. "Il nostro impegno - ha aggiunto - è evitare che si verifichino anche al sud le curve che si sono registrate nel nord. Al sud al momento il contributo è molto ridotto". Per fare in modo che la curvi torni il prima possibile a scendere "serve il distanziamento sociale ma anche che i sospetti positivi riducano in maniera drastica la possibilità di contagiare".

 "La curva al Sud sembra non impennarsi, ma ho visto in rassegna stampa immagini di strade piene di gente, cose che non si vedono altrove - ha continuato Brusaferro - Se l'atteggiamento sarà rigoroso, e unitario nel Paese, c'è la concreta possibilità che le curve non prendano un andamento simile al Nord. Ma se non siamo rigorosi, le dinamiche non dipendono dalla latitudine ma dai nostri comportamenti". E sempre sulla situazione al Sud  il commissario Borrelli ha riferito che "anche il Sud sta potenziando la capacità di risposta all'emergenza coronavirus. Si stanno ampliando i posti nei reparti di pneumologia e i posti di terapia intensiva e subintensiva e con il commissario Arcuri si stanno acquisendo dispositivi di ventilazione", ha assicurato.
 

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