Coronavirus, in Sicilia 150 pazienti in terapia intensiva: scoperti altri 1.048 contagi
Le persone ricoverate diventano 1.072 (+47 rispetto a ieri). I tamponi processati sono stati 8.015 (13% di positivi). Quattordici i morti, con le vittime che dall'inizio della pandemia salgono a 550. Alto numero di guariti: 292
Per il terzo giorno di fila si sfora quota mille nuovi contagi in Sicilia. Secondo il bollettino di oggi del ministero della Salute sono precisamente 1.048 i nuovi casi sull'Isola a fronte di 8.015 tamponi processati (13% di positivi). Con i 14 morti registrati nelle ultime 24 ore diventano 550 le vittime dall'inizio della pandemia. A fare da contraltare un alto numero di guariti: 292.
Sono altre 47 le persone trovate positive al Covid che sono finite ricoverate in ospedale (totale 1.072). Mentre i posti occupati in terapia intensiva diventano 150 (+8 rispetto a ieri). Gli attuali positivi raggiungono quota 16.806, di cui 15.584 si trovano in isolamento domiciliare.
Questa invece la divisione dei nuovi casi per provincia: Palermo 258, Catania 299, Messina 80, Ragusa 83, Trapani 133, Siracusa 71, Agrigento 21, Caltanissetta 96, Enna 7.
La situazione nel resto d'Italia
Oggi si contano 28.244 nuovi casi (ieri 22.253) mentre l'incremento delle vittime è invece più netto: sono 353 in 24 ore (ieri 233), mai così tanti da inizio maggio. I pazienti in terapia intensiva erano 2.022, in aumento di 83 rispetto a ieri. La Lombardia era la regione con l'incremento più alto di nuovi positivi (5.278 in più da ieri), seguita dalla Campania con 2.861.
Coronavirus, il bollettino di oggi martedì 3 novembre 2020
Nuovi casi: 28.244 (Ieri +22.253)
Casi testati: --
Tamponi (diagnostici e di controllo): -- (ieri 135.731)
Attualmente positivi: 418.142 (ieri 396.512)
Ricoverati: --- (ieri 21.862)
Ricoverati in Terapia Intensiva: -- (ieri 2.022)
Totale casi positivi: 759.829
Deceduti: 39.412, + 353 (ieri 39.059 con un aumento di 233 morti in 24 ore)
Dimessi/Guariti: 302.275
Povertà e lavoro, gli assessori di Palermo scrivono a Conte
Un appello contro la povertà e per nuove politiche del lavoro "a garanzia di quella fascia di popolazione che per i più disparati motivi, a causa della crisi sanitaria legata al Covid-19 rischia l'esclusione sociale e di fatto l'emarginazione" è quanto hanno rivolto oggi al Presidente Giuseppe Conte e a diversi ministri gli Assessori alle politiche sociali di Palermo, Napoli e Perugia.
"Siamo consci del fatto - scrivono Giuseppe Mattina, Monica Buonanno ed Edi Cicchi - che nuove misure restrittive siano senza dubbio necessarie per contrastare la recrudescenza del virus nel nostro Paese. Tuttavia, riteniamo necessario portare alla vostra attenzione una riflessione più ampia sulle misure assunte nei confronti di quanti si trovano in uno stato di difficoltà sociale ed economica: parliamo di quella fascia di popolazione che per i più disparati motivi è a rischio di esclusione sociale, di quanti vivono ai margini, dei "nuovi poveri" che questa pandemia sta contribuendo a definire".
Secondo i tre assessori comunali "è mutata la geografia del disagio socioeconomico, le fragilità già note sono diventate maggiormente complesse e accanto ad esse sono emerse nuove tipologie di povertà e di esclusione sociale conseguenti al calo delle forme di lavoro non tipizzate, alla riduzione quali-quantitativa dei consumi, alle condizioni di deprivazione materiale, all'aumento di disagio socio psicologico sanitario dovuto allo stato di isolamento" e sottolineano che "domani sarà già troppo tardi se non si riesce a ragionare in prospettiva, oltre la pandemia, per mettere al centro della politica misure contro il precariato e il lavoro nero e che permettano l'accesso al lavoro e alle cure di base anche alle situazioni più al margine, con un piano nazionale per rilanciare il mercato del lavoro e, al contempo, allinearci a tutti i Paesi europei civili con la misura universale del sostegno al reddito senza tralasciare il mantenimento e il consolidamento dei servizi di base e socio sanitari".
La lettera a Conte
Nella lettera indirizzata al presidente del consiglio e ai ministri, si chiede anche una "forte presa di posizione affinché anche il nostro Paese si possa dotare di una misura di sostegno alla povertà e al contempo di un piano straordinario per il lavoro e contro il precariato e il rafforzamento dell'impianto del reddito di cittadinanza, misura straordinariamente utile che ha sostenuto centinaia di migliaia di famiglie ma che deve essere migliorata, raffinata e ascritta nell'ambito del welfare generativo, ampliandola con preciso piano contro il precariato, lo sfruttamento e il lavoro nero con un set strutturato di servizi e misure per il lavoro dove si tenga conto che rafforzare il lavoro significa anche avere la capacità di sostenere le imprese ed in generale tutte le attività produttive".
Infine, Mattina, Buonanno e Cicchi pongono l'attenzione su come oggi "è fondamentale che la politica guardi non solo alle risposte immediate ma a quelle di medio-lungo periodo. Esperienze di cambiamento, di persone che stanno inventando opportunità, ce ne sono e sono importanti, ma rischiamo di limitarci a farne racconti che mettano queste mosche bianche sugli altari. Invece non servono altari o palcoscenici. Serve attivare un processo di comunità che attivi il cambiamento a partire da responsabilità politiche, che attivi e coordini i processi di legalità, movimento e sviluppo dei nostri territori"