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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il Coronavirus continua ad allentare la morsa: 8 nuovi casi, giù i ricoverati e nessun morto

Il quadro dell'Isola: sui 1.533 tamponi validati solo lo 0,5% è risultato positivo. Altre otto persone lasciano l'ospedale, sono rimasti 11 (-1) i pazienti in terapia intensiva. Poco più di 1.500 gli attuali malati

Mascherine sì, mascherine no. Movida sì, movida no. Mentre a Palermo, ma anche nel resto della Sicilia, si sprecano le polemiche tra coloro che vorrebbero tornare a una quasi normalità e chi invece punta il dito contro le aperture temendo una ricaduta il Coronavirus continua ad allentare la morsa sull'Isola. Sono ancora 8 i nuovi casi riscontrati in Sicilia, su 1.533 tamponi validati (0.5%). Non si registra nessuna vittima, diminuiscono i pazienti ricoverati (altri otto sono usciti) e anche quelli in terapia intensiva. 

Ma passiamo ai numeri forniti dalla Regione, aggiornati alle 15 di oggi (20 maggio). Dall'inizio dei controlli i tamponi effettuati sono stati 123.573 (+1.533 rispetto a ieri), su 110.205 persone: di queste sono risultate positive 3.411, mentre attualmente sono ancora contagiate 1.523 (-1), 1.620 sono guarite (+9) e 268 decedute. Degli attuali positivi, 129 pazienti (-8) sono ricoverati - di cui 11 in terapia intensiva (-1) - mentre 1.394 (+7) sono in isolamento domiciliare.

Il bollettino nazionale

La situazione nel Palermitano e nelle altre province

Tre i nuovi casi di contagio in provincia di Palermo, che fanno arrivare il totale dall'inizio dell'emergenza a 570. Nessuna variazione rispetto a ieri sul fronte guariti e morti. Gli attuali positivi passano dunque da 361 a 364. Agrigento, 43 (0 ricoverati, 97 guariti e 1 deceduto); Palermo, 364 (36, 172, 34); Caltanissetta, 50 (6, 109, 11); Catania, 628 (37, 338, 97); Enna, 67 (6, 325, 29); Messina, 291 (35, 215, 56); Ragusa, 30 (2, 60, 7); Siracusa, 33 (7, 187, 28); Trapani, 17 (0, 117, 5). 

"Contagio zero", le nuove stime per la Sicilia

L'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, coordinato da Walter Ricciardi e dal dottore Alessandro Solipaca, ha rivisto le stime sulle date di azzeramento dei contagi da Covid-19 in Sicilia e le altre regioni di Italia. Le proiezioni tengono conto dei provvedimenti presi da Governo e Regioni fino al 15 maggio, pertanto, avvertono gli esperti, "non permettono di prevedere gli effetti sui nuovi contagi dovuti alla fine del lockdown". Si tratta dunque di previsioni da prendere con molta cautela anche perché - come temono molti virologi ed epidemiologi - con la riapertura delle attività commerciali i casi di Covid anziché diminuire potrebbero tornare a crescere. La Sicilia dovrebbe uscire dall'epidemia il 6 giugno, quindi tra 17 giorni (Vai all'articolo).

Come leggere i numeri

I numeri vanno letti e interpretati, se si vuole davvero capire come evolve, in positivo o in negativo, un'epidemia. E si rischia di incorrere in particolare in un equivoco, che va spiegato. Quali sono i numeri che vanno analizzati per capire "come sta andando"? Sono prevalentemente due: i decessi, che sono il dato purtroppo più attuale e più correlabile quindi all'andamento della curva epidemica giorno dopo giorno. E poi il numero di casi totali, perché come detto è solo quello che dà conto di aumenti o diminuzioni nei contagi.

Ovviamente è molto importante per tutti anche il numero dei guariti, ma è un dato clinico, non epidemiologico: se ad esempio domani ci fossero 300 nuovi casi e guarissero tutti all'istante, facendo un'ipotesi estrema, pur essendo una splendida notizia non cambierebbe nulla sul piano della curva epidemiologica, che risulterebbe in salita di 300 casi.

Ecco perché il dato che più trae in inganno è quello degli "attualmente positivi". Molti fraintendendo lo considerano il numero dei nuovi contagiati del giorno, ma è evidente che non è così. Si tratta solo del "paniere" dei malati totali di Coronavirus a cui via via vengono sottratti i morti e i guariti. Dipende quindi non dal numero di persone che fisicamente il giorno prima sono state sottoposte a tampone e dichiarate positive, ma dagli altri due fattori, morti e guariti. Ed ecco perché si crea l'equivoco: se aumentano guariti e deceduti è inevitabile che calino gli "attualmente positivi", il che non vuol dire affatto che ci siano meno contagi oggi rispetto a ieri.

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