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Cronaca

Virus, in Sicilia i guariti superano ancora i nuovi contagiati: 0 casi nel Palermitano

Sono solo 12 i casi positivi nell'Isola su 3.146 tamponi validati (lo 0,38%). Altre 46 persone hanno superato l'incubo Covid. Gli attuali malati sono 1.854, appena dodici in terapia intensiva (-1)

Restano in discesa i malati di Coronavirus in Sicilia. Ancora una vota si registra un segno meno, oggi -35, circa gli attuali positivi. Questo è il segnale che ormai ogni giorno che passa i guariti (46) superano i nuovi contagi. Non si registra invece nessun decesso (la Regione ieri aveva dato per errore un decesso in provincia di Palermo ndr). Nuovi contagi che oggi - secondo quanto comunicato dalla Regione - sono 12 su 3.146 tamponi validati (quindi lo 0,38%). Zero invece i contagi in provincia di Palermo.

Ma ecco i nuovi numeri aggiornati al 14 maggio. Dall'inizio dei controlli i tamponi effettuati sono stati 111.137 su 99.900 persone: di queste sono risultate positive 3.366 mentre attualmente sono ancora contagiate 1.854, 1.249 sono guarite e 263 decedute (+1). Degli attuali 215 pazienti (-10) sono ricoverati - di cui 12 in terapia intensiva (-1) - mentre 1.639 (-25) sono in isolamento domiciliare. 

La situazione nel Palermitano e nelle altre province

Zero nuovi casi, nessun guarito e zero decessi. Questo il bilancio di oggi nella provincia di Palermo. Dove dunque il numero totale di contagi resta invariato rispetto a ieri (549) e dove ovviamente anche il numero degli attuali positivi resta identico (378). Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 49 (0 ricoverati, 91 guariti e 1 deceduto); Palermo, 378 (50, 138, 33); Caltanissetta, 78 (9, 77, 11); Catania, 689 (55, 273, 95); Enna, 195 (23, 197, 29); Messina, 353 (57, 151, 54); Ragusa, 37 (4, 50, 7); Siracusa, 54 (16, 160, 27); Trapani, 22 (1, 112, 5). 

Autocertificazione e spostamenti tra regioni: cosa cambia dal 18 maggio 2020

Non è ufficiale, ma sembra ormai certo che dal 18 maggio per spostarsi all’interno della propria regione non ci sarà più bisogno di portare con sé l’autocertificazione. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte non lo ha detto apertamente, ma lo ha lasciato intendere: "Ci avviamo a una ripartenza pressoché completa o comunque a una fase dove riapriranno gran parte delle attività", ha annunciato il premier.

A questo punto appare abbastanza scontato che i cittadini possano, a partire da lunedì prossimo, lasciare liberamente le proprie case senza più compilare il modulo. Del resto con la riapertura di bar, ristoranti e attività per la cura della persona (che rialzeranno le saracinesche in molte, se non tutte, le regioni) sarebbe insensato dover continuare a giustificare i propri spostamenti.

Salvo sorprese dal 18 maggio sarà anche consentito incontrare i propri amici, ovviamente mantenendo le distanze di sicurezza ed avendo cura di evitare assembramenti. Quelle che abbiamo appena descritto sono ipotesi sempre più concrete, ma non ancora ufficiali. A fare chiarezza non sarà un nuovo dpcm, ma un decreto legge che il governo punta a chiudere già domani o nella giornata di sabato. La mascherina continuerà ad essere obbligatoria nei luoghi chiusi e nei negozi (per l'acquisto dei generi alimentari saranno necesssari anche i guanti). Potrebbero riaprire anche i centri commerciali, ma si stanno studiando le regole per garantire la sicurezza.

Anche dopo il 18 maggio sarà invece vietato spostarsi tra le regioni, se non per motivi di salute, necessità o per comprovate esigenze lavorative. "Le regioni ci hanno prospettato quasi tutte l’esigenza che questi spostamenti interregionali rimangano congelati o comunque limitati al massimo almeno in questa fase", ha detto Conte. "Posso preannunciare - ha aggiunto - che mi sembra una richiesta ragionevole, perché in questa fase in cui ci avviamo ad una ripartenza pressoché completa è bene che non ci siano troppi trasferimenti interregionali che potrebbero condizionare la curva epidemiologica". Se ne riparlerà, forse, dopo il 1° giugno. 

Come leggere i numeri

I numeri vanno letti e interpretati, se si vuole davvero capire come evolve, in positivo o in negativo, un'epidemia. E si rischia di incorrere in particolare in un equivoco, che va spiegato. Quali sono i numeri che vanno analizzati per capire "come sta andando"? Sono prevalentemente due: i decessi, che sono il dato purtroppo più attuale e più correlabile quindi all'andamento della curva epidemica giorno dopo giorno. E poi il numero di casi totali, perché come detto è solo quello che dà conto di aumenti o diminuzioni nei contagi.

Ovviamente è molto importante per tutti anche il numero dei guariti, ma è un dato clinico, non epidemiologico: se ad esempio domani ci fossero 300 nuovi casi e guarissero tutti all'istante, facendo un'ipotesi estrema, pur essendo una splendida notizia non cambierebbe nulla sul piano della curva epidemiologica, che risulterebbe in salita di 300 casi.

Ecco perché il dato che più trae in inganno è quello degli "attualmente positivi". Molti fraintendendo lo considerano il numero dei nuovi contagiati del giorno, ma è evidente che non è così. Si tratta solo del "paniere" dei malati totali di Coronavirus a cui via via vengono sottratti i morti e i guariti. Dipende quindi non dal numero di persone che fisicamente il giorno prima sono state sottoposte a tampone e dichiarate positive, ma dagli altri due fattori, morti e guariti. Ed ecco perché si crea l'equivoco: se aumentano guariti e deceduti è inevitabile che calino gli "attualmente positivi", il che non vuol dire affatto che ci siano meno contagi oggi rispetto a ieri.

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