Coronavirus, appello ai sarti: sindacati pronti a comprare mascherine da donare a lavoratori
A lanciare la proposta sono i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uitucs Uil: "In tanti non hanno i necessari dispositivi di protezione individuale"
Un appello alle sarte e ai sarti per confezionare dispositivi di sicurezza per i lavoratori del commercio, delle pulizie e della vigilanza privata. A lanciarlo sono i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uitucs Uil della Sicilia rappresentate da Monia Caiolo, Mimma Calabrò e Marianna Flauto. “Nella lotta contro il Coronavirus – dicono - in prima linea ci sono senza dubbio i tantissimi medici e operatori sanitari impegnati senza sosta a fronteggiare gli effetti pesantissimi della pandemia. Accanto a loro, però non vanno dimenticate le migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore dei servizi e del commercio, vigilanza privata, distribuzione alimentare, mense e pulimento-sanificazione, e tutti coloro che svolgono servizi altrettanto importanti per la collettività come quello svolto dai Pip. Queste lavoratrici e lavoratori, ad oggi, non hanno i necessari dispositivi di protezione individuale. Le loro aziende non riescono a reperirle in quantità necessaria sul mercato”.
I sindacati lanciano un accorato appello alle sarte e ai sarti, “che in questo momento hanno dovuto sospendere la propria attività e sono in possesso delle stoffe adeguate, per la produzione di mascherine lavabili e sterilizzabili. Chi può dedicare un po’ del suo tempo a tal fine ci contatti ai numeri: 3270430857, 3394764813, 3929460980. Le mascherine così prodotte, in attesa che saranno disponibili quelle fornite da stituzioni e dalle aziende che continuiamo a diffidare, verranno distribuite gratuitamente, a cura delle strutture sindacali territoriali di Filcams , Fisascat e Uiltucs alle guardie particolari giurate, agli addetti alle mense, agli addetti alle pulizie, agli addetti della distribuzione alimentare che operano in questi giorni di emergenza nei presidi ospedalieri e nelle strutture sanitarie, nei supermercati alimentari, garantendo con sacrificio e stress, un’attività di primaria importanza per la collettività”.