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Cronaca

Il Coronavirus entra all'Ucciardone, positivo un agente di polizia penitenziaria

Si tratta di una guardia che ha avuto contatti con uno dei 20 colleghi del Nucleo traduzioni, con base al Pagliarelli, già risultati contagiati. La direttrice: "Situazione sotto controllo. Altri 50 tamponi sono negativi". Slittano i colloqui tra i detenuti di una sezione e i familiari

Una guardia penitenziaria in servizio all’Ucciardone positiva al Coronavirus. Un nuovo caso di contagio è stato registrato all’interno dell’istituto di via Enrico Albanese. Si tratta di un agente che lavora in una sezione in cui si trovano circa 90 detenuti. L’uomo è stato individuato attraverso l’indagine epidemiologica dell’Azienda sanitaria provinciale poiché entrato in contatto con uno dei venti colleghi già risultati positivi nei giorni scorsi del Nucleo traduzioni che fa base al Pagliarelli.

"Sono in corso gli accertamenti - spiega a PalermoToday la direttrice del carcere, Giovanna Re - ma i primi 50 tamponi sono già risultati negativi. Attendiamo l’esito di altri 50. Il nostro agente per fortuna sta bene. I detenuti e i loro familiari non devono preoccuparsi di alcunché perché è stata fatta, come previsto dai protocolli sanitari, la sanificazione degli ambienti interessati. Bisognerà solo continuare ad adottare a scopo precauzionale misure quali il distanziamento, l’utilizzo delle mascherine e la costante igienizzazione".

Il bollettino di oggi: 90 nuovi contagi

La responsabile dell’istituto penitenziario non si mostra preoccupata per la situazione e chiarisce l’importanza di rispettare le regole previste dal ministero della Salute, dalla Regione e dall’Asp: "La situazione è sotto controllo. Stiamo considerando la sezione come una sorta di ‘zona rossa’ a livello di cautele. Per il resto è stato necessario differire i colloqui di qualche giorno per i detenuti di quella sezione, ma speriamo di poterli consentire nuovamente a partire da sabato".

Se da un parte la direttrice conferma per il momento un unico caso contagio interno all’Ucciardone, dall’altra monta la preoccupazione tra i familiari dei detenuti e gli stessi agenti di polizia penitenziaria secondo i quali i casi accertati sarebbero già due. "Nessuno ci ha detto niente. Abbiamo appreso l'informazione - spiega la moglie di un detenuto - attraverso un gruppo su Whatsapp. Devono intervenire e fare qualcosa, i nostri cari non possono rischiare mentre si trovano dietro le sbarre".

Più delicata invece la situazione all’istituto penitenziario Pagliarelli, dove gli agenti risultati già contagiati sono venti mentre la maggior parte dei restanti colleghi (130 in tutto) si trova in quarantena in attesa dell’esito dei tamponi. Il focolaio relativo al Nucleo traduzioni ha avuto delle ripercussioni anche sull’attività del tribunale. Ieri infatti un giudice per le indagini preliminari si è trovato costretto a rinviare un processo in cui sono coinvolti 40 detenuti per traffico di sostanze stupefacenti, proprio perché gli agenti delle polizia penitenziaria non avevano potuto portarli in aula per l’udienza.

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