L'aggressione alla coppia gay, movimenti e associazioni in piazza: "Ci vogliamo vive e vivi"
Il Coordinamento Palermo Pride e Arcigay Palermo capofila di una manifestazione in programma per sabato in piazza Verdi: "È arrivato il momento di pretendere rispetto per le nostre rivendicazioni e per le nostre vite"
Una giornata di testimonianze, interventi e flash mob per portare in piazza tutta la rabbia: sabato dalle 17 alle 20 in piazza Verdi Coordinamento Palermo Pride e Arcigay Palermo sono capofila di una manifestazione che vede associazioni, circoli, movimenti e collettivi insieme "per prendere la parola e lo spazio pubblico contro gli attacchi e le violenze all'indomani dell'aggressione ai danni della coppia di turisti".
La testimonianza: "E' stato terribile, ci hanno accerchiato all'improvviso"
L'iniziativa è la risposta all'aggressione subita da una coppia gay sabato in via Maqueda. Le realtà associative attive sul piano dei diritti Lgbt+ e alleati e alleate dei diversi circoli e movimenti manifesteranno ai piedi del Teatro Massimo: “Ci vogliamo vive e vivi, se toccano uno/a tocca tutti/e: fuori la rabbia”. Oltre agli interventi dei e delle portavoce è previsto un flash mob contro ogni forma di violenza di matrice omolesbobitransfobica sulle note di “I will survive”, brano di Gloria Gaynor e inno per il movimento Lgbt+ mondiale da oltre quarant'anni. “La pandemia ha cancellato la presenza dei e delle militanti Lgbt+ dalle strade – commenta il Coordinamento Palermo Pride – come è accaduto a tutti i movimenti che hanno visto fortemente compressa la possibilità di agire lo spazio pubblico. Questa assenza è stata resa ancora più tragica dal chiacchiericcio televisivo e social che, partendo dal ddl Zan, non mette mai l’accento sulle discriminazioni omolesbobitransfobiche ma solo sull’inesistente attacco alla libertà di espressione e all’ordine biologico-naturale. Noi persone Lgbt+ veniamo quindi spostate dallo spazio delle persone vittime di discriminazione a quello di carnefici, colpevoli di attaccare le libertà altrui. Questo clima non può che favorire la recrudescenza di aggressioni verbali e fisiche, di violenze ai nostri corpi ma anche alle nostre parole e al nostro stesso diritto di essere; complice anche la tensione sociale resa esplosiva dalla pandemia. È arrivato il momento di dire basta e di pretendere rispetto per le nostre rivendicazioni e per le nostre vite. Finché ci sarà il Palermo Pride non saremo noi persone Lgbt+ a dover aver paura perché non permetteremo mai che vinca la cultura dell’odio e del l’omolesbobitransfobia”.
"Quanto è successo a Palermo sabato scorso e quanto sta accadendo in tutta Italia in questi mesi – dicono da Arcigay Palermo – è la dimostrazione non soltanto della necessità urgente di una legge che contrasti le violenze motivate per orientamento sessuale e identità di genere ma di quanto questo dibattito pubblico sia orribile perché sta sdoganando la libertà di odiarci, aggressioni quotidiane legittimate da discorsi d'odio perfino all'interno del Parlamento dove è in discussione una legge che avrebbe lo scopo di tutelarci. Torniamo in piazza perché sentiamo il bisogno di urlare la nostra rabbia, quella stessa rabbia che tutti e tutte coloro che stanno dalla parte dei diritti e della libertà hanno provato in queste ore nell'apprendere la notizia e i dettagli dell'aggressione".
Prevista la presenza del sindaco Leoluca Orlando, che anticipa: “Ritrovarsi in piazza, ancora una volta al fianco del Coordinamento Palermo Pride e di Arcigay, è un dovere civile e morale. Oggi più che mai. Per ribadire che ogni forma di violenza è intollerabile e per esprimere piena solidarietà alla coppia omosessuale brutalmente aggredita. Palermo è città dei diritti e dell'uguaglianza che promuove ogni giorno i valori di un cambiamento culturale che non potrà mai essere ostacolato da vili episodi criminali. Ritengo, inoltre, fondamentale manifestare insieme a tutta la cittadinanza per pungolare la politica affinché si approvi prima possibile il ddl Zan. L'aggressione di sabato scorso ci ricorda questa necessità, non più rinviabile”.