Il ras delle "bionde" a Ballarò, il club nautico e il sottufficiale: "Chiama quando hai i limoni..."
Dalle intercettazioni della Finanza le rotte del contrabbando dalla Tunisia fino in città. Una delle basi in un rimessaggio di Campobello, "Onda blu", che ha dato il nome al blitz. I palermitani avrebbero anche pestato uno degli stranieri per ribadire la loro supremazia: "Ma hai capito dove sei?". Danno milionario alle casse dell'Unione europea
Per i tunisini è "l'occasione della vita", per palermitani e trapanesi invece un affare come gli altri, che comunque si conclude in Sicilia e sul quale, quindi, hanno l'ultima parola. Non mancano gli scontri e le "legnate" tra i due gruppi smantellati stamattina dalla guardia di finanza, che avrebbero fatto soldi a palate con 19 tonnellate di sigarette di contrabbando, trasportate dalla Tunisia alle coste trapanesi e poi anche a Palermo con diversi viaggi. Un business, sul quale indagano i procuratori europei Amelia Luise e Gery Ferrara, che avrebbe comportato un danno molto sostanzioso proprio alle casse dell'Ue: 600 mila euro di dazi doganali evasi, oltre 4 milioni e 200 mila euro di accise non versate e circa un milione e 300 mila euro di Iva non corrisposta.
Il club nautico e il sottufficiale della Capitaneria
L'operazione è stata chiamata "Blue Wave" che significa "Onda Blu": è proprio così che si chiama il club nautico di Tre Fontane, a Campobello di Mazara, di uno degli indagati, Vito Agnello che, secondo l'accusa, avrebbe avuto un ruolo fondamentale nel traffico illecito, fungendo da trait d'union con i tunisini, tenendo in particolare i contatti con un altro fermato, Mehdi Ammari. Un apporto alla presunta organizzazione criminale sarebbe arrivato anche da Bartolomeo Bertuglia, insospettabile sottufficiale in servizio alla Capitaneria di porto di Palermo.
Operazione "Blue Wave", i nomi dei fermati
Il ruolo dei palermitani e i carichi dalla Tunisia
I palermitani Antonino Lo Nardo, secondo i pm una specie di ras delle "bionde" nella zona di Ballarò, Giulio Di Maio e Fabio Bruno, avrebbero contrattato la merce con gli stranieri e l'avrebbero poi trasportata dalla provincia trapanese in città per rivenderla. Al centro dell'inchiesta c'è lo smercio di alcuni carichi di sigarette: 287 casse (2.870 chili) giunti dalla Tunisia il 19 ottobre dell'anno scorso, di cui alcune partite, da 50 a 100 chili, sarebbero arrivate a Palermo a bordo di furgoni e camion il 5 ed il 25 novembre del 2020, ma anche il 5, l'11 dicembre ed il 18 dicembre, nonché il 15 gennaio e il 27 gennaio scorsi.
La presunta banda di tunisini, però, avrebbe fatto arrivare in Sicilia nel 2019 altri 7.110 chili a novembre, 6.100 tra aprile e maggio e 6.500 ad agosto, per un totale, appunto, di 19 tonnellate di sigarette, soprattutto "Oris" e "Pine", da maggio 2019 ad oggi.
Le tensioni e le "timpulate"
A più riprese, per una serie di intoppi, i militari hanno registrato delle tensioni tra i due gruppi, in un caso culminate pure in un pestaggio da parte di Lo Nardo ai danni di Ammari in relazione ad errori nella contabilità e nei pagamenti di alcune "casse". Il palermitano, che non avrebbe esitato ad usare la violenza il 18 giugno scorso, con poche frasi avrebbe fatto capire agli altri indagati la sua supremazia: "Chi è? Forse quello che dico... Io te lo metto in culo a te, chi minchia è questo? Che t'ammazzo pure a te, v'ammazzo a tutti e due. Chi minchia sei che mi dici a me: 'Palermitano di...'. A chi minchia domandi? Pezzo di minchia che sei, non ti permettere... a dire questo messaggio a me..."
"Ma tu hai capito dove sei?"
Lo Nardo proseguiva: "Ora prendi - diceva ad Ammari - e lo porti qua, vai prendere quello che mi dà il messaggio e lo porti qua... Tu hai dato soldi a me? Ti devo dare soldi a te? Tu ci devi dare soldi, tu a lui, portali qua, ma chi merda è?". L'altro cercava di difendersi, mentre Lo Nardo lo avrebbe già afferrato per un braccio: "Ti giuro, ti giuro, dammi la mano, domani, dammi la mano, ti giuro. Tu hai capito male...." e Lo Nardo chiosava: "Ma tu hai capito dove minchia sei?".
L'ira del tunisino: "Li brucio tutti"
In un altra circostanza, il 22 novembre dell'anno scorso, era Walid Mirghli a giurare vendetta ai siciliani dopo la sparizione di un carico e il conseguente danno economico. Spiegava a Said Hamza: "Ho trovato il profilo Facebook dell'italiano e l'altro pure e adesso gliela faccio pagare. Ho saputo che è il loro amico della barca, ho cercato su Facebook e ho trovato tutto. Ho trovato il profilo di Vito (Agnello, ndr), li ho trovati tutti... Adesso me li inculo tutti e basta. Se continuano a prendere in giro li brucio tutti, le mie persone sanno di tutto, devo prendere i miei soldi, le mie cose e così le perdo, mica me le verrà a dare adesso lui... Vito ha paura, adesso andranno da lui a casa... Controlla il suo nome Agnello Vito che lo trovi nelle carte, l'altro è di Mazara".
L'indagato ai domiciliari e l'incontro a Mazara
In altre intercettazioni, gli investigatori hanno registrato i contatti per contrattare le sigarette, chiamate limoni, fieno, fragole, casse. Il 20 febbraio dell'anno scorso, per esempio, Fabio Bruno, mentre era ai domiciliari per via di un precedente blitz sempre legato al contrabbando, sarebbe andato a Mazara del Vallo per incontrare Samir Kacem. Nella trattativa sarebbe intervenuto anche Lo Nardo, che diceva al tunisino: "Compà, a mezza parola, a me mi secca parlare troppo, capito?" e Kacem replicava: "Ti ho detto cosa cambia domani, dopodomani? Che c'è in settimana la cosa... appena io ti dico vieni e tu vieni, basta. Fammi sapere a me, questa fretta perché?" e Lo Nardo: "No, fretta non ce n'è, però poi la prendiamo noi diversamente la cosa...".
"Venite, vi regalo due cartoni"
Lo Nardo continuava: "Facciamo confusione inutile, allora è meglio che non facciamo niente, parliamoci chiaro. Se le cose le dobbiamo fare le facciamo, ma non dobbiamo fare tutto 'sto casino... Per me puoi sospendere tutte cose... Io sono tranquillo... Fai una cosa, dategli quelle cose che vi ha dato e da parte mia non fate più niente". Successivamente Bruno riferiva le rassicurazioni che avrebbe ricevuto dai tunisini a Lo Nardo: "Dice: 'Digli che io ora, giorni chiamo, lui venire, io due cartoni regalo regalo... spese queste sono tutte spese'".
"Arrivo in macchina: ci sono le fragole, giusto?"
Il 22 ottobre 2020 Lo Nardo parlava con Ammari: "In caso io posso venire con un'altra macchina e carichiamo pure... Dico ma io venendo ci sono giusto le... fragole?" e l'altro: "Sì, sì, sì ci sono 2 e qualcosa, se ti dico che le cassette sono nel magazzino significa che sono nel magazzino, non sto scherzando". Lo straniero informava poi gli altri: "Vengono queste persone e iniziano a poco a poco e faranno uscire tutto... Oggi ho un appuntamento con delle persone che devono comprare".
"Dobbiamo prendere i limoni prima che chiudano tutto"
Il 5 novembre dell'anno scorso era Di Maio a chiamare Ammari: "Dobbiamo venire qua per prendere i limoni e che ne dobbiamo andare, perché adesso ci chiudono tutti (si riferiva alle restrizioni contro il Covid, ndr), non ci possiamo muovere più... Tu appena hai limoni a terra mi dici 'a posto', noi veniamo, prendiamo i limoni e ce ne andiamo" e l'altro: "Quante cassette ci vogliono?", Di Maio: "20" e Ammari: "Ci vuole soltanto un mezzo per caricare", ma il palermitano ribatteva: "Ma io me li divido, non si può sapere mai qualche cosa". Alla fine Ammari chiudeva: "Noi li carichiamo soltanto su uno e dopo te li porto in un posto dove tu li puoi dividere e fare quello che vuoi. Per entrare nel deposito ci vuole soltano un mezzo".
"E' l'opportunità della nostra vita, ho messo tutto quello che ho"
Da diverse conversazioni si capisce poi che mentre per i siciliani il contrabbando sarebbe stato una pratica come tante per fare soldi, per i tunisini l'affare sarebbe stato invece proprio un'opportunità per svoltare e magari cambiare condizione di vita. Uno di loro diceva infatti: "E' l'opportunità della nostra vita" e un altro replicava: "Digli di aspettare 2 o 3 giorni il tempo che recuperiamo il resto. Basta che capisce che siamo delle persone serie e che non vogliono fare i furbi ma vogliono lavorare. Io ho messo tutto quello che ho, visto che lui vuole lavorare come noi...".
"Ha 300 di fieno, vuole le cose serie una volta a settimana"
Il 25 settembre 2020 uno straniero sosteneva: "Giuro che non si tratta di un pacco o due o cosa, questa è una cosa grossa che ci può mandare in abisso" e "stai attento, giuro che ci finisce all'abisso, assicurati bene". In un'altra intercettazione si diceva: "Mi ha detto che hanno 300 di fieno lo vogliono uscire, l'hanno portato dall'Algeria... 300 sì, vuole le cose serie, ti ha detto che vuole ogni stettimana glielo fa fare...".