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Cronaca Partinico

Confiscata villa con piscina e boschetto privato (dal valore di 4 milioni) al "re del calcestruzzo"

Nel mirino della guardia di finanza è finito Benedetto Valenza, 57 anni, storico esponente del clan di Borgetto: "Era considerato l’imprenditore di riferimento delle famiglie mafiose dei Vitale e dei Brusca, aveva raggiunto una posizione di monopolio grazie alla protezione di Cosa nostra"

Confiscata una villa con piscina - con area Spa e boschetto privato, a Partinico - al re del calcestruzzo. Nel mirino della guardia di finanza è finito Benedetto Valenza, 57 anni, storico esponente della famiglia mafiosa di Borgetto e personaggio dotato di un notevole curriculum criminale. La villa confiscata ha un valore totale di circa quattro milioni di euro. Gli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo hanno eseguito il provvedimento di applicazione di misura patrimoniale su richiesta della Procura della Repubblica, sezione Misure di prevenzione.

La villa di lusso confiscata a Valenza | Video

"Valenza - spiegano dalla Finanza - è già stato coinvolto in diversi processi di mafia. L'uomo è figlio di Salvatore e nipote di Erasmo, esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Borgetto e vittime di lupara bianca, il 21 aprile del 1983, in quanto “uomini d’onore” legati al gruppo del noto boss Gaetano Badalamenti. Fin dagli anni ’90, Valenza era considerato l’imprenditore di riferimento per la produzione di calcestruzzi, delle famiglie mafiose dei Vitale e dei Brusca, riuscendo così a raggiungere una posizione di monopolio grazie alla protezione di Cosa nostra".

Valenza - già destinatario nel luglio 2001 di un provvedimento di confisca a seguito di un’indagine da cui emerse chiaramente la sua vicinanza ai fratelli Vitale - era riuscito comunque a reinserirsi nel settore della produzione e fornitura di calcestruzzo e conglomerati bituminosi, intestando fittiziamente beni e società a vari prestanome e gestendo, in tal modo, cinque impianti di calcestruzzo e una società di trasporto merci dislocati tra le province di Palermo e Trapani.

"Successivamente - dicono dalla guardia di finanza - nel 2008 si è reso responsabile per 4 volte dei reati di intestazione fittizia di beni per i quali ha riportato una condanna definitiva con sentenza della Corte di Appello  di Palermo nel 2010 nell’ambito di indagini dalle quali, tra l’altro, erano emersi il controllo esercitato dalla mafia sugli appalti pubblici nella Sicilia occidentale e l’utilizzo di cemento depotenziato per la realizzazione delle opere, allo scopo di incrementare i profitti. Ulteriori indagini condotte tra il 2014 ed il 2016 hanno permesso alle Fiamme Gialle di eseguire, nell’ottobre del 2016 il sequestro di una villa di circa 600 metri quadri per oltre 22 vani, con annesso un vasto parco di oltre 1,5 ettari comprendente numerosi altri corpi accessori nonché un garage coperto di 100 metri quadri e una piscina di dimensioni 22 x 11 metri".

"Proprio grazie a questi ultimi approfondimenti investigativi, svolti anche attraverso l’analisi dei rilievi aerofotogrammetrici dal 1994 ai giorni nostri - aggiungono dalla Finanza - si è riusciti a dimostrare che la costruzione della villa sia in realtà avvenuta tra il 1994 ed il 1998, anni in cui Valenza già viveva in pieno la propria illecita espansione imprenditoriale. Per questo motivo, ed alla luce della evidente sproporzione fra redditi dichiarati e beni posseduti e considerate le manifestazioni di pericolosità sociale di Valenza (accertate con citato decreto di confisca del 2001), la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo ha ritenuto che ricorrono tutti i presupposti per disporre la confisca della villa". 
 

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