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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Prestiti a tassi usurari, confisca da 3,5 milioni per i fratelli Sanfilippo

A quasi dieci anni dal sequestro è arrivato il provvedimento, diventato irrevocabile dopo il pronunciamento della Cassazione, che colpisce l'impero dei fratelli Giuseppe (69 anni) e Maurizio (60) Sanfilippo, ufficialmente dei commercianti. Nella lista dei beni risultano un bar-tabaccheria a Misilmeri e un negozio di abbigliamento a Palermo

A quasi 10 anni dal sequestro scatta la confisca da 3,5 milioni di euro per i fratelli Giuseppe e Maurizio Sanfilippo: ufficialmente dei semplici commercianti di biancheria e calzature. La guardia di finanza del Comando provinciale ha eseguito un decreto emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo nei confronti dei due fratelli, rispettivamente di 69 e 60 anni. Il provvedimento, diventato irrevocabile dopo il pronunciamento della Cassazione, è legato all’operazione The Uncle del 2011 che aveva portato all'arresto dei Sanfilippo al termine di un’inchiesta che aveva fatto luce su un giro di usura - con tassi fino al 60% all’anno - in cui erano rimasti coinvolti imprenditori ma anche pensionati e casalinghe.

Sulla base di quanto emerso nel corso delle indagini Maurizio Sanfilippo ha patteggiato una condanna a 3 anni e 3 mesi, mentre il fratello Giuseppe è tuttora sotto processo. Già nel 2012 gli specialisti del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria avevano eseguito, sotto il coordinamento della Procura, alcuni accertamenti secondo i quali i due fratelli avrebbero creato un impero - costituito da beni mobili, immobili e conti correnti - "assolutamente incompatibile con la capacità reddituale ufficialmente dichiarata dagli indagati", spiegano dalla guardia i finanza.

Nel 2017, a conclusione del procedimento di prevenzione, il tribunale ha emesso un provvedimento di confisca per i due fratelli originari della zona del Villaggio Santa Rosalia. Provvedimento che ora, dopo il rigetto dei ricorsi da parte della Corte di Cassazione, è diventato definitivo. Nell’elenco dei beni risultano un bar-tabaccheria che si trova nel comune di Misilmeri e un negozio di abbigliamento di Palermo, 14 tra abitazioni, locali commerciali e appezzamenti di terreno sparsi tra il capoluogo, Bagheria, Trabia e Termini nonché undici auto e venti conti correnti.

"Continua l’azione che la guardia di finanza palermitana - si legge in una nota del Comando provinciale - svolge nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica a contrasto dei patrimoni di origine illecita con la duplice finalità di disarticolare in maniera radicale le organizzazioni criminali mediante l’aggressione delle ricchezze illecitamente accumulate e di liberare l’economia legale da indebite infiltrazioni della criminalità, consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza".

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