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Cronaca San Giuseppe Jato

Beni per mezzo milione tolti a Salvatore Mulè, boss di San Giuseppe Jato

Un villino, ma anche un'azienda zootecnica, 5 auto, un terreno a San Cipirello e rapporti bancari sono stati confiscati al mafioso, condannato a 17 anni con il processo "Nuovo mandamento". Il patrimonio era stato sequestrato nel 2016

Un villino, un magazzino, un terreno a San Cipirello, un'azienda zootecnica, otto rapporti bancari e finanziari, cinque macchine. Sono questi i beni - dal valore di circa mezzo milione - che sono stati confiscati al boss di San Giuseppe Jato, Salvatore Mulè, detto "u sicarro" (nella foto sotto), che, dopo essere stato assolto dal processo "Perseo", è stato poi condannato per mafia e droga a 17 anni di carcere.

Il patrimonio che, secondo la Procura, sarebbe stato accumulato grazie ai proventi delle attività illecite del mafioso, era stato sequestrato dai carabinieri nel 2016 e ora è arrivato il provvedimento della sezione Misure di prevenzione del tribunale con cui è stata disposta la confisca. Una decisione che potrà comunque essere impugnata, quindi per il momento i beni non passano ancora definitivamente allo Stato.

Mulè era già stato arrestato anni fa con il maxiblitz "Perseo", ma era stato poi assolto perché le intercettazioni che lo riguardavano erano state ritenute inutilizzabili. "U sicarro" era finito nuovamente in carcere nel 2013, nell'ambito dell'operazione "Nuovo mandamento" e, nel 2018, è stato condannato definitivamente a 17 anni per mafia e droga.

Come avevano correttamente ricostruito i carabinieri, Mulè era infatti il reggente del mandamento di San Giuseppe Jato ed aveva partecipato al piano per costituire un supermandamento in cui sarebbero confluite le cosche di Monreale, Altofonte, San Giuseppe Jato, Camporeale, Partinico, Borgetto, Montelepre e Giardinello.

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