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Cronaca Resuttana-San Lorenzo

Scatta la confisca per i bar Chantilly: "Usati capitali illeciti per costituire le società"

La sezione Misure di prevenzione del tribunale ha accolto la richiesta della Procura e tolto beni per circa due milioni di euro all'imprenditore Michele Giandalone. I due locali sono in amministrazione giudiziaria dal 2019. Sigilli anche a un Porsche. La difesa ha già presentato appello

Scatta la confisca per i beni dell'imprenditore Michele Giandalone, 46 anni, in primo luogo per i due bar "Chantilly" (all'angolo tra via De Gasperi e viale Strasburgo e all'interno del centro commerciale di via Ugo La Malfa) e poi anche per la società "Auto e passioni srl", per una Porsche Macan S, una casa, due magazzini tra la città e Corleone, oltre che per libretti, conti correnti, depositi, investimenti assicurativi e rapporti finanziari. Un patrimonio dal valore, stimato dalla Dia, di due milioni di euro. A decidere la confisca è stata la sezione Misure di prevenzione del tribunale, che già aveva disposto il sequestro a settembre del 2019. La difesa di Giandalone ha presentato appello.

I sigilli ai beni erano stati apposti in relazione soprattutto a reati fiscali: secondo la guardia di finanza, le società di Giandalone avrebbero evaso l'Ires e l'Iva per 5 milioni e accumulato un debito con l'Erario di 17 milioni. In base agli accertamenti compiuti poi dalla Dia, per il periodo tra il 1999 e il 2008, sarebbero state riscontrate delle sproporzioni economiche, che hanno fatto ipotizzare una provenienza illecita dei capitali utilizzati per avviare le attività. Tutto regolare per la difesa, invece, che ha documentato l'accensione di diversi mutui da parte dell'imprenditore.

Giandalone, originario di Corleone, anni fa era stato arrestato e condannato per truffe ed altri reati. Tanto che, nel 2010, l'ex giudice Silvana Saguto ne aveva sancito la "pericolosità sociale" e gli aveva applicato la sorveglianza speciale per un anno. Provvedimento prolungato per altri due anni e mezzo nel 2014, ma poi revocato l'anno successivo perché secondo i giudici "l'unica nota comportamentale negativa di Giandalone successiva al decreto di novembre 2010 è la guida senza patente". Anche il tribunale di Sorveglianza, a gennaio del 2019, aveva espresso un parere favorevole su Giandalone che "ha avviato un positivo percorso riabilitativo", lavorando "come cassiere nel bar Chantilly".

Sul fronte patrimoniale, in pochi mesi - cinque per l'esattezza sempre nel 2019 - si erano susseguiti una serie di provvedimenti contradditori, mentre Giandalone era finito sotto inchiesta per intestazione fittizia e autoriciclaggio. Prima era scattato un sequestro preventivo, che poche settimane dopo era stato annullato dal tribunale del Riesame, e poi era arrivato un nuovo sequestro da parte delle Misure di prevenzione. Che ora - in attesa dell'appello - si è trasformato in confisca.

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