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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Calatafimi

Mafia, confermata la confisca della sala bingo “Las Vegas”

E' il verdetto della corte d'Appello. La struttura, di proprietà del boss Nino Rotolo ma intestata a prestanome condannati a 6 anni per riciclaggio, ha un valore di oltre 10 milioni di euro

La corte d'appello di Palermo ha confermato la confisca, disposta in primo grado, della più grande sala bingo d'Europa, "Las Vegas Bingo", che ha un valore di oltre 10 milioni di euro, attraverso la quale veniva riciclato il denaro sporco di Cosa nostra.

La sala gioco, di proprietà di fatto del boss palermitano Nino Rotolo, capo del "mandamento" mafioso di Pagliarelli, era intestata a suoi prestanome condannati dal tribunale a sei anni di carcere per riciclaggio. Le indagini patrimoniali che hanno portato alla confisca sono state condotte dalla Dia che ha eseguito il provvedimento.

"L’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati - si legge in un comunicato - è tra gli obiettivi strategici della Dia, ribaditi dal nuovo Direttore Arturo De Felice al momento del suo insediamento al vertice. Il provvedimento ablatorio, emesso dalla locale Corte di Appello – Sezione V Penale – Misure di Prevenzione, ha interessato, tra l’altro, diverse autovetture, imbarcazioni di lusso, saldo attivo di numerosi conti correnti".

Secondo quanto fanno sapere dalla Dia, la sala Bingo - gestita dalla società Las Vegas Bingo srl - è stata realizzata in un immobile di formale proprietà dei noti costruttori palermitani Pecora, indiziati mafiosi,  ma in realtà riconducibile al capo mafia palermitano Antonino Rotolo, personaggio di spicco di cosa nostra, assurto al vertice della organizzazione mafiosa operante nel capoluogo siciliano.

La società Las Vegas Bingo srl, costituita tra i fratelli Casarubea Francesco, Cristina, Olga e Manuela, ha fatto nascere nell’immobile l’omonima sala bingo avvalendosi, per l’acquisizione della lucrosa attività in questione, del contributo di esponenti di spicco delle famiglie mafiose palermitane: da Alessandro Mannino a Rosario Inzerillo, da Filippo Piraino a Vincenzo Marcianò. Circostanza, quest’ultima, accertata e suffragata anche, successivamente, dalle dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia.
 
Le sale bingo e i centri scommesse, stante la movimentazione di ingenti somme di denaro liquido, sono obbiettivi altamente appetibili per la criminalità organizzata, ma soprattutto di grande interesse per Cosa nostra, in quanto strumento ideale per operazioni di riciclaggio dei capitali illeciti, provenienti dalle estorsioni e dal traffico di stupefacenti.


 

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