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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Zen / Via Fausto Coppi

Parroco minacciato con la pistola, picchiato e rapinato in chiesa allo Zen: due condanne

Un commando entrò in azione nella chiesa San Filippo Neri portando via oggetti sacri ed effetti personali di don Miguel Pertini e dei suoi genitori, arrivati dall'Argentina per le feste. Condannati a 7 e 6 anni due ragazzi della zona

Picchiarono il parroco della chiesa delle Zen e i genitori appena arrivati dall’Argentina, poi si dileguarono con ostie consacrate, contanti, catenine d’oro, un orologio e un computer portatile. Sono arrivate le prime due condanne per il raid avvenuto due anni fa nella chiesa di San Filippo Neri in cui vennero presi di mira don Miguel Pertini, costretto con la pistola puntata contro a percorrere il corridoio della canonica sulle ginocchia. I giudici della quinta sezione penale del tribunale di Palermo - Donatella Puleo (presidente), Ivana Vassallo e Paolo Magro - hanno ritenuto colpevoli Nicolò Bondì e Giovanni Caviglia, condannandoli rispettivamente a 7 e 6 anni.

Secondo quanto ricostruito dall’accusa, si legge sul Giornale di Sicilia, il commando entrò in azione poco prima delle 5 del 27 dicembre 2016. Dopo aver forzato il portone della chiesa di via Fausto Coppi con un piede di porco, i rapinatori avrebbero prima rubato il tabernacolo contenente sei pissidi e poi si sarebbero diretti al primo piano, dove i genitori di don Pertini stavano dormendo. Anche lì avrebbero fatto razzia impossessandosi degli oggetti che i due avevano portato in valigia da Buenos Aires. Il parroco, sentendo le urla, intervenne per soccorrerli ma fu brutalmente picchiato con il bastone dell’anziano padre. Poi la fuga a bordo di uno un’auto lungo le strade del quartiere San Filippo Neri.

A far rimbalzare la notizia da un capo all'altro della città furono i fedeli e don Michele Polizzi, parroco della Cappella Palatina e vicario episcopale. Scoperto quanto accaduto volle mostrare la propria solidarietà al collega argentino e alla sua famiglia, inviando messaggi per chiedere alle famiglie dello Zen di pregare per lui. E anche don Pertini decise di rifugiarsi nella preghiera, mostrando durante le sue omelie tutta la sua capacità di perdono cristiano: “Vi voglio bene, vi aspetto. Dio vi protegga e vi illumini. Non mi fermerò, terrò le porte aperte e lavorerò sempre di più. All'indomani della rapina la polizia iniziò a setacciare la zona senza sosta per 24 ore, trovando munizioni e droga in box e appartamenti di pregiudicati e sorvegliati speciali.

polizia rapina chiesa zen recuperato tabernacolo-2Giorni dopo gli agenti ritrovarono parte della refurtiva in un sterrato a pochi passi dalla chiesa dove è avvenuta la rapina, rintracciando anche un giovane di origini tunisine, Sami Ben Lazrag, che decise di confessare le proprie responsabilità. Dopo quasi un anno di indagini la polizia arrestò Giovanni Caviglia (all’epoca 24enne) con l’accusa di aver fatto parte del commando entrato in azione all’alba di quel giorno. Appena tre giorni dopo il terzo arresto: in manette è finito Nicolo Bondì (25 anni), che si era nascosto in una villetta della provincia palermitana per sfuggire alla cattura. Secondo la Procura quest’ultimo sarebbe stato il rapinatore incappucciato che quella mattina impugnava l’arma.

Grazie alle tesi difensive le condanne per Bondì e Caviglia sono state quasi dimezzate rispetto a quanto chiesto dall’accusa, che ha inoltre disposto la trasmissione della deposizione di un teste - Vincenzo Viviano - perché il pubblico ministero valuti l’ipotesi di falsa testimonianza.

Nelle foto in basso, da sinistra, Bondì, Caviglia e Lazrag

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