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Cronaca

Fincantieri, amianto killer: confermate le condanne a tre ex dirigenti

I tre ex manager dei cantieri palermitani erano imputati di omicidio colposo per la morte dovuta a tumore di trentasette operai e alle lesioni per la stessa malattia ai danni di altri 24 dipendenti. I sidnacati: "Giustizia è fatta"

La Cassazione conferma le condanne per omicidio colposo a carico di tre ex dirigenti della Fincantieri per la morte di 37 operai a causa del tumore per l’amianto. Pene ridotte per alcune prescrizioni. Confermati risarcimenti a vittime, Inail e Fiom. Esce così confermato il verdetto del 2012 della Corte di Appello di Palermo. I tre ex manager dei cantieri palermitani erano imputati di omicidio colposo per la morte dovuta a tumore di trentasette operai e alle lesioni per la stessa malattia ai danni di altri 24 dipendenti.

“Giustizia è fatta. Giudiziariamente si tratta di una importantissima  conferma di condanna del management di Fincantieri. Il processo per i 37 operai morti dimostra che fino alla fine degli anni Ottanta, quando già si sapeva che l’amianto era mortale, al Cantiere Navale di Palermo si è continuato a lavorare in pessime condizioni, usando questa sostanza ormai dichiaratamente nociva, letale, senza alcuna protezione”, dichiarano il segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo e il segretario della Fiom Cgil di Palermo  Francesco Piastra.

La Camera del Lavoro e la Fiom si sono costituite parte civile anche in altri quattro processi aperti tra la fine degli anni 80 e gli anni 90,  che riguardano un totale di 100 lavoratori morti per le conseguenze dell’esposizione all’amianto.  Gli  eredi si sono costituti parte civile nei processi con il patrocinio della Fiom e l’assistenza del legale della Fiom, l’avvocato Fabio Lanfranca. Dopo il ’92 Fincantieri  stessa ha certificato ai lavoratori l’esposizione all’amianto. Circa duecento operai sono andati in pensione anticipata.

 “Sicuramente fino alla fine degli anni 80 le situazioni di sicurezza al Cantiere navale erano pessime. Grazie alle innumerevoli denunce e alle battaglie fatte anche nelle aule di Tribunale  dalla Cgil  oggi possiamo dire che la condizione di lavoro è ben diversa da quegli anni  e che il quadro normativo si è evoluto. Ma resta il fatto che nella prevenzione delle malattie professionali, degli  incidenti e nel controllo dei livelli  di  sicurezza negli ambienti di lavoro siamo sempre vigili e non  abbasseremo mai la guardia. Da parte delle aziende continua ad esserci la tendenza a privilegiare il dato della produttività a scapito della salute dei lavoratori anche perché la prevenzione costa e tra i risparmi delle aziende c’è sicuramente quello sulle misure  di protezione dei lavoratori.  Per questo il sindacato è chiamato a esercitare un controllo e una pressione continui e la nostra battaglia per la sicurezza sui luoghi di lavoro non si è mai fermata”. 

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