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Cronaca

Dopo la condanna per tentata concussione a rischio la carica di Totò Orlando

Per il presidente del consiglio comunale dovrebbe scattare l'applicazione della legge Severino, che prevede la decadenza/sospensione per gli amministratori pubblici ritenuti colpevoli di determinati reati anche in via non definitiva. Il provvedimento deve essere emesso dalla prefettura. Lui non sarebbe intenzionato a dimettersi: "Farò appello"

"Rispetto la sentenza, ma ricorrerò in appello", questo dice laconicamente e a caldo il presidente del consiglio comunale Totò Orlando, che oggi pomeriggio è stato condannato a un anno e mezzo per tentata consussione. Una decisione che dovrebbe avere delle refluenze politiche, visto che, in base alla legge Severino, in questi casi è prevista la decadenza/sospensione dalla carica.

Un'altra grana, non di poco conto, che si abbatte dunque su Palazzo delle Aquile, dopo la notizia dell'inchiesta - che coinvolge anche il sindaco, Leoluca Orlando - sui falsi nei conti del Comune. Totò Orlando non sarebbe intenzionato a dimettersi, ma domani, durante la seduta del Consiglio, informerà l'Aula dell'esito del processo a suo carico.

La legge Severino stabilisce che nel caso di condanne, anche non definitive, per determinati reati - tra i quali è previsto anche l'articolo 317 del codice penale, cioè la concussione - il tribunale debba informare la Prefettura che, a sua volta, dovrebbe emettere un decreto di decandenza o sospensione per un massimo di 18 mesi dell'amministratore pubblico. 
 

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