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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Consigliò a un pasticciere di pagare il pizzo: poliziotto condannato 

Nel 2013 Guido Ferrante finì ai domiciliari con l'accusa di favoreggiamento aggravato e omessa denuncia di reato. Il Tribunale di Palermo gli ha dato sei anni

Nel 2013 l'agente di polizia Guido Ferrante consigliò a un pasticciere di pagare il pizzo alla mafia e di non denunciare la vicenda coprendo presunti esponenti della cosca di corso Calatafimi. Per questo finì agli arresti domiciliari con l'accusa di favoreggiamento aggravato e omessa denuncia di reato. Oggi il Tribunale di Palermo lo ha condannato a sei anni.

I fatti risalgono al 2010. Il commerciante prima trovò l'attack nei lucchetti, poi il suo gazebo fu incendiato. Così decise di rivolgersi ad un conoscente che gli suggerì di non fare più caffè espressi perché la cosa irritava il titolare di un bar concorrente e di pagare la "quota". La vittima raccontò tutto all'amico poliziotto che gli avrebbe consigliato di cedere perché nella zona pagavano tutti. "Vedi con chi devi parlare - diceva Ferrante, in un'intercettazione raccolta dalla polizia -, perché io... Purtroppo sai quale sono le cose della vita? Con questa gente attualmente uno ha solo da perdere. Hai capito?". Ferrante si è sempre difeso dall’accusa, spiegando ai giudici che il pasticciere avrebbe frainteso. 

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