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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il caso dei brogli elettorali all'Ordine degli infermieri, confermata la condanna per l'ex presidente

Anche in appello un anno e un mese per Francesco Gargano. Il caso, emerso dopo alcune denunce, riguardava 15 schede relative alla tornata elettorale del 2017: secondo una perizia i nomi li aveva scritti lui, che era tra l'altro il presidente di seggio

Un anno e un mese anche in appello per l’ex presidente dell’Ordine degli infermieri di Palermo. Così hanno confermato i giudici della seconda sezione penale, presieduta da Alfonso Maria Ferraro, per Francesco Gargano, 67 anni, sotto processo per alcuni presunti brogli elettorali relativi al rinnovo della cariche del consiglio direttivo e del consiglio dei revisori dei conti dell'ordine professionale nell'anno 2017. Stabilito anche un risarcimento di circa 13 mila euro per cinque infermieri che, dopo aver denunciato, si erano costituiti parte civile.

Secondo quanto accertato dai carabinieri che erano intervenuti durante le elezioni, Gargano - in quell'occasione presidente di seggio - avrebbe falsificato quindici schede nelle quali, di suo pugno, avrebbe scritto i nomi dei candidati delle proprie liste elettorali. Le schede sono state sequestrate mentre si stava effettuando lo spoglio nel padiglione oncologico dell’ospedale Civico. Ad accertare che le schede fossero state redatte dall’ex presidente dell'ordine professionale era stata una perizia grafologica.

L'imputato, accusato di falso materiale in atto pubblico, in primo grado aveva respinto tutte le accuse, sostenendo invece di avere garantito il costante controllo delle urne a tutti e di aver impedito ogni manomissione delle schede. Dichiarazioni che per il giudice, però, non potevano sconfessare la perizia. In appello Gargano, attraverso i suoi legali, ha contestato che quelle schede elettorali non avessero natura di atto pubblico. Una tesi che però non è stata condivisa dai giudici.

La Cassazione infatti ha stabilito che "integra il reato di falsità materiale in atto pubblico la consegna all’elettore di scheda per la votazione dei consigli scolastici che presenti già l’espressione di voto, dal momento che l’avvenuta preventiva bollatura della scheda ad opera della direzione didattica e la vidimazione operata dai componenti del seggio elettorale conferisce alla scheda elettorale la dignità di atto pubblico".

La scheda elettorale, dicono i giudici, deve definirsi un atto pubblico di fondamentale importanza in quanto diviene vettore della volontà dei rappresentanti. Tra l’altro le quindici schede erano state inserite nell’urna e poi scrutinate. Le schede erano state compilate a penna e non con la matita copiativa. Ci si è accorti di tutto questo dopo le contestazioni dei rappresentati di lista che hanno controllato il lavoro svolto all’interno del seggio elettorale.

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