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Cronaca

"Intascavano i soldi delle bollette": condanne confermate per due dipendenti dell'Amap

Secondo la Cassazione, Carmelo Di Bella e Carlo Fasetti per cinque anni avrebbero rilasciato falsi bollettini per attestare il pagamento delle bollette e incassato i soldi della società. All'azienda è stata riconosciuta una provvisionale di 200 mila euro

La Cassazione ha confermato la condanna a cinque anni di carcere per Carmelo Di Bella e Carlo Fasetti, impiegati dell'Amap, entrambi accusati di peculato. Per cinque anni hanno intascato i soldi di centinaia di bollette dell'acqua rilasciando dei falsi bollettini che attestavano il pagamento dovuto alla società. All'Amap, difesa dagli avvocati Giuseppe e Francesco Crescimanno, è stata riconosciuta una provvisionale a titolo di risarcimento del danno di 200 mila euro. Il danno, però, per la società del comune sarebbe di oltre 900 mila euro di mancati incassi. 

Le indagini della Finanza sono partite dalle segnalazioni di alcuni dipendenti dell'azienda che hanno segnalato delle anomalie nel sistema informatico. Le fiamme gialle hanno eseguito un meticoloso e accurato controllo dell’attività contabile dell’azienda dal 2009 al 2013, portando immediatamente alla luce gravi incongruenze tra gli importi delle bollette emesse per il consumo di acqua ed il denaro effettivamente incassato. Infatti, a fronte di circa un migliaio di fatture, regolarmente emesse nel periodo in esame, per un ammontare complessivo di quasi un milione di euro, l’Amap non aveva incassato neanche un centesimo. A seguito delle indagini i due il 2 ottobre del 2014 sono finiti in manette.

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