"Illegittimi i compensi al cda del Giglio di Cefalù": citati in giudizio assessori regionali e dirigenti
Così ha deciso la Procura regionale della Corte dei Conti per Lucia Borsellino, Baldo Gucciardi, Ruggero Razza e i burocrati Salvatore Sammartano e Mario La Rocca. Contestata un'ipotesi di danno erariale da 545 mila euro. Dal 2013, dopo la fine della partnership con i privati, la fondazione è totalmente partecipata dal pubblico ma non è mai stata trasformata in azienda sanitaria
Assessori e dirigenti citati in giudizio per un'ipoetsi di danno erariale in relazione "agli esborsi e agli oneri che sono stati indebitamente e illegittimamente sostenuti dalla Regione per i compensi dei componenti del cda della Fondazione Istituto Giglio di Cefalù". Così ha deciso il pm della Procura regionale della Corte dei Conti, Marco Cavallaro, al termine degli accertamenti eseguiti dalla guardia di finanza.
Il provvedimento riguarda gli ultimi assessori regionali con delega alla Salute per il periodo compreso fra il 2015 e il 2020: tra gli indagati ci sono Lucia Borsellino, Baldassare Gucciardi, Ruggero Razza e i dirigenti generali pro tempore Salvatore Sammartano e Mario La Rocca. Il danno contestato ammonta complessivamente a 545 mila euro, oltre 300 mila dei quali riguardano l’ex assessore Borsellino e il burocrate Sammartano.
Le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria sono state delegate dalla Corte dei conti sulla scorta della requisitoria del procuratore generale d’appello per la Regione siciliana, Pino Zingale, del 2017 per l'esercizio finanziario 2016. La contestazione riguarda la liquidazione di somme che sarebbero state impiegate "in assenza di una normativa - si legge in una nota - che legittimasse l’istituzione dello stesso cda".
Le attività nella struttura sanitaria vengono avviate nel 2003 con la creazione della Fondazione istituto San Raffaele Giglio di Cefalù, attraverso una joint venture tra la Regione, il Comune, l'Azienda Usl 6 di Palermo (oggi Asp) e la Fondazione San Raffaele del Monte Tabor di Milano. Un decennio dopo, però, questo "esperimento" si conclude con la fine della partnership.
"Dal 2013 - scriveva Zingale 4 anni fa - la fondazione non svolge più alcuna forma di sperimentazione pubblico-privato, è totalmente partecipata da soggetti pubblici, in larga parte operanti direttamente nella sanità pubblica, ed i cui dipendenti sono pure ivi utilizzati. Utilizza immobili di proprietà dell'Asp di Palermo e ha una struttura amministrativa che genera, però, costi aggiuntivi in funzione del previsto cda e del collegio dei revisori".
Poi aggiungeva: "Ha un proprio direttore generale nominato dal cda, i trattamenti economici ivi applicati non è chiaro a quali parametri siano ancorati e, infine, né l’Asp di Palermo né l’assessorato alla salute esercitano una effettiva vigilanza e controllo sulla gestione della struttura. Un centro di costo fuori dal perimetro normativo e privo di effettivi controlli da parte di Regione e Asp, come ammesso in sede di audizione sia dall’assessore alla Salute, sia dal direttore generale dell’Asp di Palermo".
In sintesi, dal 2013 in poi, la Regione avrebbe dovuto "riqualificare" la fondazione trasformandola in azienda sanitaria, rendendo vana l'esistenza di un cda, organo tipico di una società privata. Il danno contestato ammonta esattamente a 545.146,39 euro e viene così ripartito: Borsellino 153.578,91 euro, Gucciardi 97.286,74 euro, Razza 84.880,21 euro, Sammartano 153.578,91 euro e La Rocca 55.821,62 euro.