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Comparti scuola in campo per la difesa dei diritti dei bambini, scoppia la polemica

Confcooperative Sicilia- Fism e Legacoop coesi contro le decisioni dell'Assessorato alla Scuola

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Per molti bambini di Palermo la campanella dell’asilo non suonerà. Le scriventi Federazioni, nel prendere atto della indisponibilità a giungere ad una soluzione positiva in merito alla vertenza che negli ultimi giorni ha visto contrapposti il Comune di Palermo, Assessorato alla Scuola, e i 20 asili nido convenzionati, manifestano incredulità verso un risultato che penalizza i lavoratori, i bambini e le loro famiglie. Se da un lato il prezzo maggiore lo pagheranno gli oltre 100 lavoratori docenti e non docenti degli asili del sistema integrato del privato accreditato, per i quali nei prossimi giorni con le O.O.S.S. si cercheranno forme di tutele e sostegno al reddito, ci sembra più difficile, trovare adeguate soluzioni per i bambini e le loro famiglie. Questa Amministrazione dovrà spiegare come potrà garantire il diritto all’educazione dei bambini e delle bambine che non hanno trovato e non troveranno un posto nei nidi comunali. In molti casi, questi bambini e bambine, sono minori in condizione di fragilità socio-economica, ospiti delle comunità alloggio, con un futuro incerto sin dalla nascita e a grave rischio di quella che viene definita povertà educativa. L’avviso pubblico che doveva dare avvio con evidente e colpevole ritardo, allo scorrimento delle liste d’attesa dei nidi comunali, di fatto si è dimostrato una polpetta avvelenata stabilendo condizioni che non garantiscono stabilità, equità e sostenibilità dei servizi educativi. Quanto annunciato con grande enfasi dall’Assessora Marano sulla stampa qualche giorno fa, non è altro che l’ennesimo tentativo di offuscare le serie carenze e l’inadeguatezza che l’Assessorato alla Scuola del Comune di Palermo si trascina da anni nell’erogazione dei servizi per la prima infanzia; incapace di costruire un sistema integrato pubblico/privato sociale no-profit, così come previsto dal decreto legge n.65 del 2017, e che assegna alla Sicilia, il non invidiabile primato di regione con la minore offerta di numero posti/nido. E’ chiaro che il sistema dei servizi educativi, che non è unico e non è integrato, è naufragato. I bambini accolti negli asili nido gestiti direttamente dal Comune valgono almeno quattro volte di più rispetto agli altri, per i costi che tutta la collettività deve sostenere e per il privilegio che viene riservato a soli 800 bambini. Si chiude dunque, indecorosamente, una stagione di richieste di co-programmazione e co-progettazione. Qualcuno spiegherà alle famiglie, in trepidante attesa di un posto nido per il loro bambino, che per loro, nonostante l’ingente quantitativo di risorse messe a disposizione dallo Stato e nella disponibilità delle casse comunali, non ci sarà spazio alcuno: con buona pace delle belle parole e delle lodevoli intenzioni che questa Amministrazione spende pubblicamente per contrastare la povertà educativa

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