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In centinaia si sono radunati davanti al palco per partecipare alla commemorazione per le vittime degli attentati di Capaci e via D’Amelio. Arrivano da tutta l’Isola. Il ministro Bianchi: “Guardate la bellezza di questi lenzuoli, dobbiamo farli girare per tutta l'Italia"

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non sono morti, sono vivi e camminano sulle nostre gambe. Non li hanno uccisi“. A dirlo è Viola, alunna della scuola elementare Rita Borsellino che si trova a piazza Magione, istituto dove ha studiato il giudice assassinato in via D’Amelio che in quel quartiere viveva. Parole pronunciate dal prato e del Foro Italico, cariche di speranza che, di certo, i magistrati sarebbero stati felici di ascoltare. Nel trentennale delle stragi del ‘92 dove hanno trovato la morte, i bambini - che i due giudici non li hanno conosciuti - sono i protagonisti. A raccontare loro le storie di Falcone e Borsellino sono stati i loro insegnanti. Come? “Il nostro motto - racconta la preside della scuola Lucia Sorce - è oltre le parole l’esempio ed è così, con l’esempio che abbiamo cercato di preparare i nostri ragazzi a questa giornata. Abbiamo cercato di testimoniare un cammino di responsabilità”. 

Sono centinaia i giovani presenti alla commemorazione che ha preso il via questa mattina pochi minuti dopo le 10. Sono arrivati da ogni angolo della Sicilia e non solo. Frequentano le elementari, le medie, le superiori o l’università. Anche se quest’anno al porto non sono attraccate le navi della legalità i giovani non mancano. Indossano magliette realizzate per l’occasione, con i volti dei giudici impressi sopra, e mostrano con fierezza i lenzuoli ideati dai loro istituti. Per loro Falcone e Borsellino “sono degli esempi da seguire”, che “ci hanno insegnato a combattere contro le ingiustizie”. “Siamo qui - aggiunge una studentessa delle medie che arriva dall’ennese - per fare in modo che il futuro sia un mondo migliore senza mafia, perché - come diceva Peppino Impastato la magia uccide ma il silenzio pure”.

Con loro anche il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi che più volte dal palco li ha coinvolti, invitandoli a fare sentire la loro presenza e che poi da quel palco è sceso per mischiarsi ai suoi studenti. “Ci vuole più scuola, scuola di consapevolezza, di partecipazione, fatta con tutte le fondazioni - dice il Ministro nel corso del suo intervento - e associazioni che ci hanno insegnato che esiste una pedagogia della legalità, fatta dall'orgoglio di appartenenza al nostro Paese. Guardate la bellezza di questi lenzuoli, sintesi del nostro Paese, dobbiamo farli girare in tutta Italia. L’anno prossimo - conclude - nei giardini delle scuole pianteremo tutti un albero della legalità".

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