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Cronaca Libertà / Via Isidoro Carini

L’omicidio Dalla Chiesa 33 anni dopo, Rita: "Mio padre considerato di serie B"

Si è svolta nella mattina, in via Isidoro Carini, la cerimonia commemorativa per il Generale che pagò con la vita la sua lotta al terrorismo e alla mafia. Tra gli assenti il presidente della Regione, polemica la figlia: "Perchè Crocetta non c'è? E' in vacanza?"

Palermo ricorda il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa 33 anni dopo la sua morte. Si è celebrata questa mattina in via Isidoro Carini la cerimonia commemorativa per il prefetto, finito nel mirino della mafia e deceduto insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente Domenico Russo. Poi la cerimonia presso la caserma intitolata al generale, sede del comando regionale dei carabinieri.

“Di quel giorno - ha scritto la figlia sui social - ricordo solo un silenzio, dentro, più forte di qualsiasi straziante dolore. Questa foto, con il berretto di mio padre, baciato da me e mia sorella, la sto vedendo adesso, per la prima volta. E ci ritrovo il silenzio di quel momento. Grazie a chi l'ha postata”. Tra i presenti, oltre alla figlia Rita, anche il ministero dell’Interno Angelino Alfano, il sindaco Leoluca Orlando e alcuni assessori, ma non il presidente della Regione Rosario Crocetta. In rappresentanza della Regione alla cerimonia era presente il vice presidente Mariella Lo Bello.

"Crocetta era assente? - dice Rita - Ah sì, non me ne ero accorta. Come mai? Non si sa? Amava il generale Dalla Chiesa, Crocetta? E' in vacanza? Non so, chiedo. Da giornalista mi piacerebbe sapere perchè qui non c'è Crocetta. Non so perchè - ha aggiunto - ma ho sempre avuto la sensazione che mio padre, amato anzi amatissimo in tutta Italia, in realtà a Palermo fosse di serie B, rispetto a chi ci ha messo la vita per difendere la Sicilia e i siciliani, probabilmente perchè non era siciliano".

Dalla Chiesa commemorazione-2"Palermo - ha detto il sindaco Orlando - ha il dovere di ricordare quella strage, che ha segnato la storia della nostra città ed anche la storia della lotta alla mafia, rappresentando purtroppo in modo simbolico le, per allora indicibili, connivente fra parte del potere politico, quello affaristico e le cosche. Al Generale Dalla Chiesa e a chi con lui ha perso la vita dobbiamo e sempre dovremo un profondo ringraziamento, come a tutti coloro che con affetto e dedizione ne ricordano la memoria e l'impegno".

Il prefetto Dalla Chiesa, nominato dopo l’omicidio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, aveva coordinato la lotta al terrorismo con l’obiettivo di fermare la mattanza mafiosa e più volte chiese, senza successo, i poteri effettivi di coordinamento per la lotta a Cosa nostra. Il suo impegno, costellato da ostacoli e solitudine, durò per un centinaio di giorni, fino a quel tragico venerdì del 1982. Per il suo omicidio furono condannati all’ergastolo i mandanti e alcuni degli esecutori materiali, ma come disse l’attuale presidente del Senato Pietro Grasso “per gli omicidi eccellenti bisogna pensare a mandanti eccellenti”. Tra i responsabili Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco e Pippo Calò. Con la sentenza della corte d’Assise del 2002 furono condannati all'ergastolo i killer Raffaele Ganci, Giuseppe Lucchese, Vincenzo Galatolo e Nino Madonia, e a 14 anni i pentiti Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci.

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