Crivellato al petto morì mentre fronteggiava due estorsori, Casteldaccia ricorda il carabiniere Orazio Costantino
Insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria è stato commemorato dal sindaco e dai militari. In suo omaggio deposti un mazzo di fiori ai piedi del cippo a lui dedicato, in via Carlo Cattaneo, e una corona di alloro in contrada Fiorilli, luogo dove il 27 aprile di 53 anni fu ucciso
Un mazzo di fiori ai piedi del cippo a lui dedicato in via Carlo Cattaneo, a Casteldaccia, e una corona di alloro in contrada Fiorilli, luogo della sua uccisione. Così il Comune questa mattina ha ricordato il carabiniere scelto Orazio Costantino, crivellato a morte 53 anni fa mentre, in servizio, fronteggiava due estorsori.
Dopo dodici ore di snervante attesa, venutosi a trovare a diretto contatto con individuo che, armato di fucile da caccia, si accingeva a raccogliere il piego simulante la somma richiesta, con estrema decisione e cosciente sprezzo del pericolo, lo affrontava con l'arma in dotazione spianata al fine di impedirgli ogni possibilità di fuga. Raggiunto in pieno petto da micidiale scarica di pallettoni repentinamente esplosa dal malvivente, trovava la forza di reagire - seppur invano - con il fuoco del proprio moschetto finché, stremato dalle mortali ferite, si abbatteva al suolo. Domato nel corpo ma non nello spirito, prima di esalare l'ultimo respiro forniva ai commilitoni informazioni determinanti per la identificazione del reo.
Il militare, nato nel 1931 a Castroreale Terme, nel messinese, morì il 27 aprile 1969. Dopo la tragica scomparsa fu insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria, con la seguente motivazione: “Luminoso esempio di sublime coraggio, attaccamento al dovere fino al supremo sacrificio ed elette virtù militari".
Più volte distintosi in brillanti, coraggiose operazioni di servizio, il carabiniere stava partecipando volontariamente a una rischiosa azione di appiattamento - su terreno impervio - per l'identificare e arrestare gli autori di tentata estorsione tramite lettera minatoria. "Dopo dodici ore di snervante attesa, venutosi a trovare a diretto contatto con individuo che, armato di fucile da caccia, si accingeva a raccogliere il piego simulante la somma richiesta, con estrema decisione e cosciente sprezzo del pericolo, lo affrontava - si legge ancora nella motivazione dell'importante riconoscimento - con l'arma in dotazione spianata al fine di impedirgli ogni possibilità di fuga. Raggiunto in pieno petto da micidiale scarica di pallettoni repentinamente esplosa dal malvivente, trovava la forza di reagire - seppur invano - con il fuoco del proprio moschetto finché, stremato dalle mortali ferite, si abbatteva al suolo. Domato nel corpo ma non nello spirito, prima di esalare l'ultimo respiro forniva ai commilitoni informazioni determinanti per la identificazione del reo".
Questa mattina, nella stazione dei carabinieri di Casteldaccia si è svolta una cerimonia di commemorazione alla presenza del comandante del gruppo di Monreale, Sebastiano Arena, del comandante della compagnia di Bagheria, Francesco Battaglia, del sindaco Giovanni Di Giacinto e dei familiari del caduto.