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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Manganellate al comizio di Giorgia Meloni, la sinistra palermitana: "Un salto indietro verso certi tempi..."

Giusto Catania, ex assessore con Orlando, prende di petto la questione: "Ciò che è accaduto ieri è preoccupante. Non vorrei che qualcuno pensasse di accreditarsi prima dell'arrivo di un possibile governo di destra"

Giusto Catania, anima della sinistra palermitana ed assessore della giunta Orlando, che ha appena lasciato il posto all'era Lagalla, prende di petto la questione: "Ciò che è accaduto ieri a Palermo è un po' preoccupante. Non vorrei che qualcuno pensasse di accreditarsi prima dell'arrivo di un possibile governo di destra".

Gli scontri avvenuti ieri tra polizia e manifestanti nel cuore di Palermo, dove era in corso il comizio della leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, si spostano sul piano politico nazionale ed entrano nella campagna elettorale, ma intanto alcuni esponenti della sinistra palermitana, interpellati dalla Dire, si interrogano su quanto accaduto ieri a pochi metri dal teatro Politeama, in piano centro: "Non è la prima volta che si verificano delle contestazioni a Palermo ma non ricordo epiloghi violenti - afferma Catania -. Nella storia, anche recente, di questo Paese, ogni volta che si esasperano i toni si finisce con l'utilizzo del manganello: strumento che è servito spesso per accreditarsi con i futuri governi".

Per Catania "è un film già visto e per nulla utile", in una città nella quale "le forze dell'ordine hanno sempre dimostrato senso di responsabilità e massima attenzione ai problemi seri come la lotta alla mafia". Sulla stessa lunghezza d'onda Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro studi Pio La Torre: "Se il manganello finisse al servizio di una forza politica sarebbe sbagliato - osserva -. Saremmo di fronte a una violazione dei diritti umani e sarebbe un salto indietro a tempi che devono restare relegati alla storia". Lo Monaco comunque condanna la violenza "da qualunque parte arrivi": "Bisogna garantire il diritto a manifestare - conclude - ma questo deve avvenire nel rispetto della legge così come l'uso della forza da parte dello Stato, che deve essere subordinato alle norme e al rispetto dei diritti".

In piazza ieri anche diverse ragazze in difesa del diritto all'aborto e così anche Daniela Dioguardi, volto storico della sinistra palermitana e anima del movimento femminista degli anni Settanta nel capoluogo siciliano, mette in guardia: "In Italia c'è un problema di repressione verso qualsiasi forma di contrasto ma non possiamo accorgercene soltanto ora perché in campo c'è Giorgia Meloni - sottolinea -. Anche le lotte no tav di Torino hanno subito lo stesso trattamento e non mi sembra che da sinistra si siano alzate voci in difesa di chi manifestava". Dioguardi evidenzia che "siamo in un periodo molto particolare" e che "può esistere il pericolo di un uso improprio del manganello", tuttavia invita i giovani "a stare vigili e a non cadere nelle trappole che vengono tese da chi intende provocare".

E infine l'appello: "Chi lotta per un mondo diverso non usi gli stessi metodi del potere capitalista e patriarcale. Penso che Giorgia Meloni vincerà ma dobbiamo stare attenti affinché non nascano violenze e scontri. La via da seguire per spiegare le proprie idee è sempre quella del dialogo. Ok alle contestazioni ma - ribadisce - si stia sempre attenti a non cadere nelle trappole".

In una lunga lettera un gruppo di manifestanti, che si firma come "Le contestatrici e i contestatori di Giorgia", ha fornito la propria versione dei fatti  raccontando del perchè si trovasse lì: "Ci siamo ritrovati in piazza, soltanto a seguito di catene spontanee di messaggi, con cartelli vari in difesa del welfare, del diritto al reddito, di quello all’aborto e contro ogni discriminazione di genere". Poi aggiungono: "A Giorgia Meloni e tutti i possibili candidati mandiamo un saluto ricordando che, come i passati governi hanno fatto e continuano a fare, se verranno messe in campo politiche rivolte contro chi soffre, i disoccupati, i percettori di reddito, i poveri, le donne, gli studenti, gli ultimi, verrano  sempre contestati nelle nostre piazze e nella nostra Palermo. Ieri è stato solo un avvertimento, un esempio di come chi vive i nostri territori è pronto a difenderli e contestare chiunque continui a condurre politiche scellerate verso gli ultimi. I territori sono di chi li vive, chi li abita, chi da sempre è costretto a sopportare e contrastare le politiche che dall’alto verso il basso costringono le nostre città e i suoi abitanti nella precarietà e incertezza. La piazza di ieri ha dimostrato come l’unica opposizione possibile si faccia nelle piazze, un opposizione sociale dei nostri territori. Alle forze dell’ordine rivolgiamo invece un semplice e banale pensiero: se era la paura che volevate creare, beh, dovrete ritentare".

fonte: Dire

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