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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Brancaccio

Combattimento tra cani dopati e corse clandestine di cavalli a Brancaccio: 9 persone nei guai

In due distinte operazioni slegate tra loro, il questore della provincia di Palermo ha emesso tre Daspo urbani e sei avvisi orali, al termine di lunghe verifiche e riscontri

Organizzavano corse clandestine di cavalli e facevano combattere i cani. Con queste accuse, in due distinte operazioni slegate tra loro, il questore della provincia di Palermo ha emesso nove misure di prevenzione personali, tre Daspo urbani e sei avvisi orali, dopo lunghe verifiche e riscontri.

"Gli episodi - dicono dalla questura - su cui si è appuntata l’attenzione dei poliziotti della divisione Anticrimine che ha istruito le misure di prevenzione personali, riguardano due differenti filoni di polizia giudiziaria, legati però da un comune denominatore: il degrado urbano ed il cinismo che, per futili motivi, mettono a repentaglio l’incolumià dell’uomo e dell’animale".

Nel primo caso si è fatto riferimento a corse clandestine di cavalli organizzate sulle strade di Brancaccio, nelle vicinanze di due stazioni ferroviarie ed addirittura divulgate ed esaltate su canali social. Il questore ha emesso quattro avvisi orali e tre Daspo urbani. Il divieto impedisce ai tre destinatari, accusati di avere organizzato e partecipato a reiterate, analoghe competizioni, di accedere ad un’area territoriale del quartiere di Brancaccio, dettagliatamente specificata e vieta, altresì, l’ingresso alle stazioni ferroviarie di
“Brancaccio” e “Roccella” per un periodo di 12 mesi dalla notifica del provvedimento.

Capillari accertamenti sono stati sviluppati dai poliziotti della questura palermitana anche in relazione ad un’operazione di polizia giudiziaria condotta dalla Questura di Agrigento. In questo caso il contesto è quello di un combattimento organizzato tra cani,
verosimilmente dopati per acuirne l’aggressività. I poliziotti agrigenti hanno riscontrato la presenza di un gran numero di organizzatori e partecipanti, almeno 25, confluiti dalla Puglia e da più parti della Sicilia in un casolare di Canicattì. Tra loro, due palermitani nei cui confronti il Questore di Palermo ha emesso altrettanti avvisi orali.

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