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Cronaca Cinisi

"Scaricava in mare senza depurare", sequestrato impianto del comune di Cinisi

L'attività d'indagine condotta dalla Guardia costiera è iniziata nel mese di settembre dopo alcune segnalazioni sullo sversamento in mare di liquidi inquinanti. Quattro persone sono finite sul registro degli indagati

Il depuratore del comune di Cinisi ieri è stato sequestrato dagli uomini dell’Ufficio circondariale marittimo di Terrasini, al comando del Tenente di vascello Stefano Lamanna, e quattro persone sono state iscritte nel registro degli indagati. L’impianto - secondo l'accusa - "scaricava in mare reflui urbani non depurati".

"L’attività di indagine - spiega la Guardia costiera in una nota - è iniziata nel mese di settembre a seguito di alcune segnalazioni circa lo sversamento in mare di liquidi maleodoranti da una condotta posta sotto costa e adiacente all’aeroporto Falcone Borsellino e ha permesso ai militari di verificare l’effettiva presenza di due condotte dalle quali terminavano in mare reflui analizzati dai laboratori Arpa e dichiarati assolutamente incompatibili con i livelli previsti dalla normativa vigente. Assodato l’inquinamento, le indagini si sono orientate a stabilire da quale impianto provenivano i reflui non depurati e si è giunti all’impianto di depurazione del comune di Cinisi che si è comunque reso disponibile a collaborare per l’accertamento di responsabilità".

Il video dell'operazione della Guardia costiera

L’impianto, costato oltre 4,5 milioni di euro e realizzato con fondi pubblici nei primi anni del nuovo millennio, è entrato in funzione soltanto il 2009, affidato alla stessa ditta che lo aveva realizzato. Il progetto prevedeva tra l’altro, come anche l’autorizzazione allo scarico rilasciata dalla Regione, la realizzazione di una condotta sottomarina per effettuare lo scarico dei reflui depurati a ben 900 metri dalla costa, tuttavia l’opera se pur realizzata e indicata in tutti gli atti, non sarebbe mai entrata in funzione.

"Le condizioni generali dell’impianto, collaudato nel 2011 e gestito da quel momento direttamente dal Comune, sono apparse immediatamente precarie e inidonee all’uso, pertanto - si legge ancora nella nota - si è reso necessario procedere al sequestro preventivo di iniziativa dell’intero impianto di depurazione e della condotta a mare, con facoltà d’uso e affidamento in custodia ad un dirigente del Comune stesso. Le attività continueranno anche nei prossimi giorni per chiarire ulteriori aspetti che ancora oggi non sono chiari agli inquirenti. L’ambiente rappresenta un bene comune la cui tutela è imprescindibile da qualsiasi esigenza di altro genere e le attività della Guardia Costiera muoveranno per reprimere tali situazioni inaccettabili".

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