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Cronaca

Il cinema piange Giuseppe Ferrara, regista di "Cento giorni a Palermo"

Aveva 83 anni. La sua storia è strettamente legata al capoluogo siciliano. Il primo film del '69 è "Il sasso in bocca" e affronta il tema della violenza mafiosa. Ha firmato anche "Giovanni Falcone" del 1993

Lutto nel mondo del cinema. E' morto a Roma, al Policlinico Umerto I, il regista Giuseppe Ferrara. Aveva 83 anni. Tra i suoi film, "Cento giorni a Palermo" del 1984 e "Giovanni Falcone" del 1993. 

Nato a Castelfiorentino il 15 luglio del 1932, toscanaccio innamorato del Sud, si laurea con una tesi sul nuovo cinema italiano presentata da Roberto Longhi e tutta infiammata dalla passione per la realtà che maestri come Rossellini e De Sica gli hanno fatto scoprire. Ma subito dopo è già a Roma per frequentare i corsi di regia al Centro Sperimentale e nei soggiorni senesi si cimenta con i primi cortometraggi a sfondo documentario. Diplomato nel '59 si getta a capofitto nella militanza documentaria e nel corso di un decennio girerà oltre 80 opere, spesso ispirate ai temi della disuguaglianza, dei drammi che lacerano il Sud e la Sicilia, dell'omertà mafiosa.

La sua storia è strettamente legata a Palermo. Il primo film del '69 è "Il sasso in bocca" che sposa documenti d'archivio e finzione ricostruita per fotografare la realtà quotidiana della violenza mafiosa e a quei temi rimarrà a lungo legato fino al suo film più celebre e spettacolare, "100 giorni a Palermo" del 1985 con Lino Ventura nell'uniforme del generale Dalla Chiesa. Arriverà all'apice della notorietà ma anche delle polemiche con il suo "Caso Moro" del 1986 in cui Gian Maria Volonté si cala nei panni dello statista democristiano. Sposa un cinema di tesi e di denuncia. Basta scorrere i temi delle fiction e dei film successivi per capirne le ragioni: "Narcos" sui loschi legami internazionali della droga; "Giovanni Falcone" del 1993, "Segreto di stato"(1995) sul ruolo dei servizi segreti tra la strage di Ustica e quella di Bologna, "I banchieri di Dio" del 2002 con Omero Antonutti nei panni di Roberto Calvi, l'inchiesta tv "P2 story" su Ligio Gelli, fino a "Guido che sfidò le Brigate Rosse" del 2007 sull'omicidio del sindacalista Guido Rossa. 

Il sindaco e presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando, lo ricorda come "uomo e professionista di grande spessore che ha dedicato la sua vita a raccontare con grande sensibilità e spirito artistico tante pagine della storia d'Italia. Del suo grande senso civico e della sua umanità ho ancora un ricordo, avendolo conosciuto e condiviso con lui un pezzo di storia de 'La Rete'". 

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